12mila firme inutili contro l’azzardo

Le due proposte di legge per il contrasto al gioco d'azzardo sono state bocciate in Consiglio regionale. Sul tema è unita l’opposizione

Sul gioco d’azzardo si è riacceso il dibattito (INCHIESTA)

LUDOPATIA Sul Gap (sigla per gioco d’azzardo patologico) la Regione non ha fatto passi indietro. Non sono servite le dodicimila firme raccolte in tutto il territorio piemontese a far cambiare idea alla maggioranza.

Nell’aula di palazzo Lascaris, il Consiglio regionale ha respinto le due proposte di legge, una di iniziativa popolare e una promossa dagli enti locali, per il contrasto del gioco d’azzardo patologico. A presentare la seconda erano stati i Comuni di Grugliasco, Baveno, Cureggio, Mongrando, Nichelino e Torino, guidati da sindaci appartenenti anche a schieramenti politici contrapposti.

Claudio Leone e Andrea Cane, della Lega, intervenuti in aula, hanno spiegato le motivazioni della bocciatura. «Mi chiedo se i dati tengano conto del lockdown. L’opposizione su questo tema sta facendo campagna elettorale. Da marzo la Regione ha avviato una campagna di sensibilizzazione e ha promosso diverse iniziative per il contrasto del gioco». 

Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale del Movimento cinque stelle Ivano Martinetti, albese, che si era impegnato in prima linea per la raccolta firme nel centro cittadino.

«Mercoledì in aula è arrivato il secco no di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia a una proposta di legge di buonsenso che chiedeva di ripristinare alcune regole nel settore dopo l’eliminazione della buona legge regionale del 2016 approvata dalla Giunta Chiamparino e sostenuta da tutti gli schieramenti», spiega Martinetti.

«La maggioranza di Cirio tutela solo gli interessi della lobby del gioco, ignorando migliaia di famiglie che devono fare i conti con quella che è una vera e propria piaga sociale», prosegue Martinetti.

Dello stesso parere anche Monica Canalis, del Partito democratico: «C’è stata totale indifferenza verso questa massiccia mobilitazione dal basso, che ha coinvolto negli anni singoli cittadini e decine di associazioni, di ambito sanitario, sociale e della legalità». Prosegue Canalis: «Le attività economiche devono essere regolate per non nuocere alla salute e al benessere della popolazione». Sul tema l’opposizione è unita ed evidenzia l’urgenza di una nuova legge. L’efficacia di quella precedente è dimostrata dai dati relativi al fenomeno raccolti nell’ultimo anno che mostrano la crescita esponenziale dei volumi di gioco avvenuta dopo l’intervento legislativo del centrodestra in Piemonte. Una battaglia a cui si sono unite anche Forze dell’ordine e associazioni che hanno sottolineato gli interessi della malavita organizzata.

«I dati avrebbero dovuto convincere la destra che governa il Piemonte che cancellare, nel 2021, la legge del 2016 a favore di una norma liberalizzatrice è stato un errore. Invece la maggioranza ha liquidato in pochi minuti la legge di iniziativa popolare che avrebbe ristabilito una situazione di equilibrio. Un testo sostenuto da una petizione che ha raccolto 12mila firme e promosso da Libera Piemonte, Acli, Arci, Gruppo Abele, sindacati, fondazioni antiusura e movimenti cattolici», commenta Domenico Rossi, consigliere e segretario regionale del Pd.

Prosegue Rossi: «Non ci diamo per vinti e metteremo la difesa della salute dei piemontesi e delle tante famiglie che ogni giorno vivono il dramma della dipendenza da gioco al centro della nostra campagna elettorale».

All’indomani della bocciatura, interrogato in aula l’assessore alla sanità Luigi Icardi è tornato sul tema ricordando che la Regione ha avviato e finanziato la campagna “Perdere tutto non è un bel gioco”, alla luce anche dei maggiori fondi statali trasferiti alla Regione dopo l’abrogazione della legge regionale del 2016. «Le risorse impegnate a oggi per le innumerevoli azioni inerenti il piano di comunicazione istituzionale ammontano a 1 milione ottantamila euro», ha puntualizzato l’assessore alla sanità Luigi Icardi.

Le risorse stanziate sono state organicamente utilizzate a partire dal 2022, perché dal 2020 a inizio 2022 le attività hanno subito forti rallentamenti causa Covid-19. «Si tratta delle somme previste in attuazione del Piano regionale per il contrasto, la prevenzione, la cura e la riabilitazione del Gap, degli indirizzi per le azioni di comunicazione, informazione ed educazione finalizzate alla sensibilizzazione della popolazione sul gioco d’azzardo patologico», prosegue l’assessore. «Dunque si tratta di un provvedimento quadro che costituisce la cornice delle innumerevoli azioni di comunicazione istituzionale finalizzate a realizzare spot su giornali, radio e tv, attività come il cosiddetto Gap Tour e molto altro ancora», aggiunge.

Per il consigliere Sean Sacco del Movimento cinque stelle si tratta di una scelta ipocrita. «Da un lato hanno deciso di liberalizzare il gioco d’azzardo, dall’altro hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione da oltre 1 milione di euro a fronte di un volume d’affari per il gioco d’azzardo di circa 8 miliardi di euro», commenta.

 Elisa Rossanino

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