Ultime notizie

L’odissea per arrivare in auto all’ospedale Ferrero

L’odissea per arrivare in auto all’ospedale Ferrero

IL REPORTAGE  Ore otto, forse il momento peggiore della giornata, insieme alla fascia oraria tra le 17.30 e le 18. Per raggiungere l’ospedale Ferrero dal Braidese, ma anche per chi proviene dalla zona di Santa Vittoria e Monticello e da parte del Roero, percorrere la strada provinciale 7 equivale a muoversi tra i camion. Infatti, autocarri, autoarticolati, mezzi di grandi dimensioni percorrono la carreggiata nelle due direzioni, spesso troppo vicini, senza rispettare la distanza di sicurezza. Si aggiunge, poi, un traffico veicolare intenso e costante.

A Pollenzo, la rotonda tra le vie Einaudi, crociera Burdina e strada Borgo San Martino è sempre intasata. In particolare, negli orari di punta, via Einaudi si presenta come un’unica infilata di mezzi pesanti, provenienti o diretti verso Cuneo. Chi viaggia a bordo di un’autovettura in senso opposto ha l’impressione di essere schiacciato, perché due corsie non sono sufficienti a reggere un traffico così impattante.

La scorsa settimana, a partire dal documento inviato dalla Provincia di Cuneo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in vista della conferenza di servizi sul- l’Asti-Cuneo, abbiamo parlato delle opere complementari richieste per migliorare la viabilità locale. La provinciale 7, nel tratto tra Roddi e Pollenzo, è la zona più critica, non solo per chi proviene dal Roero, ma anche da Alba. Perché se l’apertura del tratto 2.6b dell’A33, che si ferma all’altezza di località Toetto, ha alleggerito il traffico che grava su Roddi, occorre ancora percorrere parte della provinciale per raggiungere la rotonda da cui inizia la salita verso il nosocomio. E la sensazione è la stessa che prova chi proviene da Bra: mezzi pesanti e auto a velocità sostenuta.

Nei giorni scorsi, abbiamo percorso il tragitto verso il Ferrero, da entrambe le direzioni. Per gli albesi il tratto 2.6b dell’autostrada, con la segnaletica verde per il pedaggio sbarrata, è stato la svolta. Quando si incontra lo svincolo per Grinzane Cavour, si prosegue dritti. Con quattro corsie tutte percorribili, due per senso di marcia, il traffico è scorrevole e i mezzi pesanti che si incontrano non creano particolari disagi. Ma quando si raggiunge l’uscita, con la rotonda per immettersi sulla provinciale 7, si ha subito la sensazione di percorrere una strada inadatta, troppo stretta e con un carico eccessivo.

Roberto Davico è il sindaco di Roddi, uno dei Comuni più coinvolti dal tracciato autostradale e dalla carenza della viabilità accessoria: «A distanza di oltre sei mesi dall’apertura del tratto autostradale, non possiamo che essere soddisfatti. I mezzi pesanti, per fortuna, sono molti di meno e la viabilità è più scorrevole. Resta il nodo del secondo tratto verso l’ospedale, dove la situazione è rimasta invariata o peggio: è fondamentale la realizzazione delle due rotonde nel punto in cui la Sp7 interseca la tangenziale albese. Parliamo di un incrocio molto pericoloso, come dimostrano i gravi incidenti avvenuti in passato: gli enti competenti avrebbero potuto intervenire anni fa, anche perché parliamo del punto in cui converge il traffico dalla Langa del Barolo in direzione dell’ospedale. A questo punto, non possiamo che sperare che le due rotonde vengano finanziate tra le opere complementari, anche se con un grande ritardo».

 Francesca Pinaffo

Se s’incrociano due automezzi uno deve fare spazio, ma quando capita un Tir l’automobilista è impotente

Proviamo anche a raggiungere l’ospedale dal Roero, passando per Pollenzo, come fanno dipendenti e pazienti di quella zona, oltre che le autoambulanze. Si attraversa il ponte sul Tanaro, per poi proseguire verso Verduno. Uno dei punti critici è la curva in prossimità del ristorante Due lanterne: quando s’incrociano due camion, ma anche un Tir con un’auto, è necessario che uno dei due mezzi si fermi per fare passare l’altro, perché la strada è troppo stretta e si rischia.

Il sindaco di Bra Gianni Fogliato

Una situazione che conosce bene Gianni Fogliato, sindaco di Bra: «Denunciamo da molti anni le criticità che gravano sul nostro territorio. E possiamo dire che, dopo l’apertura del tratto 2.6b dell’A33, la situazione è ancora peggiorata per noi, dal momento che più auto confluiscono sulla provinciale e arrivano a Pollenzo. Con la Provincia di Cuneo e con la Regione, abbiamo messo a punto un documento con le opere principali, sperando che questa volta non vengano dimenticate nel solito cassetto. Nel nostro caso, fondamentale è il consolidamento del ponte di Pollenzo e in seguito il suo raddoppio: già nel 2019 si parlò dei fondi disponibili, ma il caro prezzi odierno richiede nuove risorse».

Eppure, la sicurezza impone agli amministratori di intervenire. Sono troppi i disagi e i pericoli che corrono quanti devono percorrere la strada, mentre gli incidenti si susseguono. Ce lo segnalano persone che operano all’ospedale Ferrero e che devono raggiungerlo ogni giorno e altri automobilisti che si trovano nelle stesse condizioni.

Altrettanto importante è la realizzazione della cosiddetta variante Nogaris, tra la provinciale e la strada 231, per sgravare il traffico sulla frazione braidese. Conclude Fogliato: «Sappiamo tutti quanto il completamento dell’autostrada sia importante, ma non possiamo prescindere dalla viabilità accessoria. Il nostro è un territorio sotto tutela come patrimonio Unesco, turistico, produttivo e potrebbe diventare capitale della cultura nel 2026: ci auguriamo anche che, come annunciato da più parti, i cantieri del lotto da Verduno a Cherasco proseguano senza interruzioni. A sei mesi dall’avvio del penultimo lotto, però, devo dire che non abbiamo notato molti progressi».  f.p.

 

Banner Gazzetta d'Alba