Suor Anna Maria e suor Maria salite al cospetto del Padre

Suor Anna Maria e suor Maria salite al cospetto del Padre

ALBA Due lutti hanno segnato la congregazione delle Figlie di san Paolo nei giorni recenti.

Giovedì 19 ottobre nel convento di Albano, vicino a Roma, la vita di suor Anna Maria Galliano è andata «verso il compimento», come ella ripeteva spesso negli ultimi mesi. Nata a Niella Belbo il 31 marzo 1935.

Suor Anna Maria Galliano

La vita di suor Anna Maria si distende sull’onda dei suoi innumerevoli poemi che, musicati, sono divenuti canti liturgici, opportunità catechistica per ravvivare nei fedeli il desiderio dell’incontro con quel Maestro che «affascina i pensieri e fa sognare i cuori».

Entrò in Congregazione ad Alba il 15 settembre 1947 e completò il noviziato a Roma con la prima professione, il 19 marzo 1954. Frequentò corsi di filosofia e teologia e nel 1961 fu chiamata definitivamente a Roma, in quella che rimarrà, fin quasi alla fine della vita, la sua comunità.

È stata direttrice della rivista Via Verità e Vita e direttrice editoriale nel settore audiovisivi. È autrice dei testi di molte pubblicazioni musicali con proposte di oltre 300 canti per la catechesi e la liturgia, a servizio del canto dell’assemblea. Suo è anche il testo Nobile Icona, inno ufficiale dell’ostensione della Sacra Sindone (2010), come pure il testo Cristo Maestro di umanità, inno ufficiale del 5° Convegno ecclesiale nazionale (Firenze 2015).  Non possiamo certo tralasciare l’ultimo suo gioioso impegno nel redigere a fatica, mentre si trovava completamente allettata, l’inno Tecla, Madre nostra con la musica del M° Frisina: un compito che la superiora generale, sr Anna Caiazza, le aveva richiesto e che lei con grande amore aveva eseguito.

Da oltre tre anni, sr Anna Maria si trovava nel reparto San Raffaele della comunità di Albano. Alcune gravi patologie e in particolare la frattura del femore, avevano bloccato le attività motorie ma non avevano scalfito il suo desiderio di conoscenza, di informazione, di partecipazione alla vita ecclesiale, congregazionale, comunitaria. Era molto riconoscente per «il dono di essere una piccola “Figlia di San Paolo” nella grande e mirabile Famiglia Paolina».

Nei suoi versi poetici, esprimeva qualche tratto del suo dialogo interiore con il Maestro, un’intima esperienza d’amore. Sono versi da lei molto amati che oggi, alla luce della morte, hanno una risonanza di risurrezione:

Che altro potrei, o Adorato,
se non stare con te nella sera
di quest’ultimo giorno,
che la fede già indora?
Tu sei grazia che genera il canto,
o amata divina Presenza;
un bagliore di gloria
nella mia esistenza.

Domenica 15 alle ore 4, al pronto soccorso dell’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno ha concluso il suo cammino terreno suor Maria Trapella Sidonia, nata a Mesola (Ferrara) il 26 agosto 1927.

In occasione del sessantesimo anniversario di professione scriveva alla superiora generale: «Sono grata al mio Signore per avermi concesso così lunga vita, nonostante le mie fragilità fisiche e spirituali. Raggiunto questo traguardo di età, posso rendermi utile in comunità soltanto in piccole cose, ma tutto faccio con amore e per amore». Suor Maria è tutta qui, in queste semplici frasi colme di lei, della sua semplicità e piccolezza, colme soprattutto della sua fede e grandezza di cuore.

Entrò in congregazione nella casa di Alba, il 29 ottobre 1949. Il 19 marzo 1952 emise a Roma la prima professione, poi per 15 anni si dedicò alla diffusione itinerante, alle Feste del vangelo e della buona stampa, alle Settimane mariane nelle comunità di Cremona, Reggio Emilia, Rovigo, Lecce. La sua passione apostolica contagiò diverse giovani che, attratte anche dal suo esempio, entrarono tra le Figlie di San Paolo.

Nel 1967 venne inserita nell’agenzia San Paolo film di Catanzaro e poi in quelle di Bologna e Livorno. Era un’autista provetta, sempre pronta alla spedizione delle pellicole nelle varie parrocchie, sempre disponibile per accompagnare le “propagandiste” nei loro viaggi apostolici.

Dedicò poi 25 anni di vita paolina all’apostolato librario a Mantova, La Spezia, Arezzo, Biella, Savona. Nel 2003 venne chiamata a Pavia per prestare aiuto nei servizi della casa e dedicarsi ai lavori di sartoria e di ricamo dei quali era molto esperta. E, dal 2010 e per oltre dieci anni, rallegrò la comunità di Brescia con il suo buon umore, l’attenzione a ogni persona, la semplicità e la frugalità di vita, la precisione. Espertissima nella gestione del refettorio e della cucina, escogitava sempre nuove modalità per diffondere la gioia della vocazione e dello stare insieme.

Quando nel 2021, motivi di salute suggerirono il suo trasferimento nella casa di Alba, era certa che dopo un tempo di riposo sarebbe rientrata nella sua amata comunità bresciana. Ma non fu così: ben presto la frattura del femore la condusse all’immobilità su una carrozzella. Anche in questa sofferta situazione, diede prova di pazienza, fede, sopportazione del dolore. Negli ultimi giorni si è improvvisamente aggravata specialmente a motivo di una grave anemia.

Banner Gazzetta d'Alba