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Tredici persone arrestate e oltre 800 chili di droga sequestrati

I traffici illeciti interessavano il Torinese espandendosi verso Veneto, Lombardia, e Toscana.

Arrestato a Torino un corriere della droga: aveva in auto 210 chili di hashish

TORINO Sono dodici le persone (tutte in carcere), gravemente indiziate di far parte di due distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico e alla commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (principalmente hashish), sottoposte a una misura cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese.

L’operazione è stata realizzata dai militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Torino, con la collaborazione di unità operative di altri Reparti del Corpo e con il coordinamento della Procura della Repubblica e in particolare della direzione distrettuale antimafia torinese.

I due presunti sodalizi criminali, tutti composti da soggetti originari del Marocco, avrebbero commesso plurimi reati connessi all’importazione e al traffico di stupefacenti. In particolare, il primo dei due gruppi, capeggiato da un marocchino quarantenne, sembrerebbe avere un’organizzazione stabile e ben delineata, dotata di notevoli risorse strumentali ed economiche con la propria principale base logistica e il centro degli interessi in Torino e provincia. Qua sono risultati dislocati i più importanti depositi utilizzati per i traffici illeciti (Torino e Piossasco), con qualificati contatti anche in territorio friulano, dove sono state realizzate cessioni di sostanze stupefacenti ed era ubicato un ulteriore deposito (Pordenone). Il sodalizio aveva, inoltre, ramificazioni in Veneto nelle province di Venezia e Treviso.

La significativa forza economica del gruppo criminale è emersa, nel corso delle indagini, dalla possibilità di impiegare numerosi autoveicoli (di proprietà o noleggiati) per l’organizzazione delle attività delittuose e per il ritiro e il trasporto dello stupefacente e del denaro provento degli illeciti traffici nonché dalla capacità dimostrata nel riuscire a finanziare nuove importazioni di narcotico e a sopportare le ingenti spese per il suo occultamento e trasporto nonostante gli ingenti sequestri di stupefacenti subiti a opera degli inquirenti.

Anche il secondo gruppo interessato dalle indagini, composto da un quarantottenne marocchino, con ruolo apicale e altre due persone, è risultato radicato in Torino e provincia, con collegamenti in Lombardia nelle province di Milano e Varese e in Toscana, nella provincia di Pisa. Secondo le ipotesi investigative, si tratterebbe di un’articolazione territoriale, dotata di una sua autonomia operativa e assai strutturata (alla luce del notevole giro d’affari prodotto), costituente parte di una ben più ampia organizzazione transnazionale, operante in territorio spagnolo e destinataria dei proventi delle attività di spaccio, come rilevato, tra l’altro, mediante la ricostruzione di alcuni illeciti trasferimenti di denaro in Spagna grazie all’intermediazione di soggetti di nazionalità
cinese.

Nel corso delle investigazioni, nel solo arco temporale da gennaio ad aprile 2022, in provincia di Torino sono stati intercettati e sottoposti a sequestro, in più occasioni e anche con la collaborazione della Polizia di Stato, circa 460 chilogrammi di hashish, oltre a circa 500 grammi di cocaina e a 1 chilogrammo di marijuana.

I Finanzieri hanno individuato come luoghi di stoccaggio della merce, due box in box situati nell’ambito di complessi residenziali, uno a Leinì dove erano custoditi 223 chilogrammi di
hashish, già confezionati e pronti per l’immissione sul mercato illecito e l’altro è stato individuato grazie al cane antidroga Jakora dove sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 163 chilogrammi di hashish.

I quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrati, se immessi sul mercato “al dettaglio”, avrebbero potuto generare introiti illeciti per oltre 11 milioni di euro.

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