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Giornata della memoria. Padre Giuseppe Girotti, verso i 10 anni di beatificazione

padre Giuseppe Girotti
padre Giuseppe Girotti

ALBA L’albese Giuseppe Girotti, dopo un periodo alle carceri Le nuove di Torino e al lager di Bolzano, fu internato a Dachau dall’ottobre 1944 al 1° aprile 1945, giorno della sua morte avvenuta a 39 anni. Padre Domenicano, fu condannato per l’impegno nel salvare gli ebrei: per il suo sacrificio, dal 1995 è Giusto tra le nazioni. Nel 2024 ricorrono i dieci anni della beatificazione autorizzata da papa Francesco. A promuovere la ricerca sulla sua figura e a tramandarne la memoria vi è l’associazione Padre Girotti. La presiede Renato Vai.

Madonna Dachau
Madonna Dachau

Tra le iniziative più rilevanti, vi è la riscoperta della Madonna di Dachau. La statua, commissionata allo scultore bovesano Aldo Pellegrino, è posta, dal 2022, nella chiesa di San Giuseppe. Si tratta di una copia della statua venerata nella cappella del blocco 26 del campo di sterminio, nella zona dove erano internati i religiosi. L’originale è conservato nel convento delle Carmelitane, edificato lungo un tratto di mura del campo. La portò in dono Joseph Martin Nathan, vescovo dell’arcidiocesi morava di Olomouc: a Dachau era possibile celebrare la Messa grazie a un compromesso tra il Vaticano e la Germania.

Le fonti principali riguardo alla devozione nel campo arrivano dal libro del giornalista francese Guillaume Zeller La baraque des prêtres, edito in Italia nel 2016 da Piemme con il titolo Block 262830. Ne parlò pure, nel volume Rue de la libertè, Edmond Michelet, partigiano francese imprigionato a Dachau che divenne ministro con De Gaulle.

A fine aprile pellegrinaggio a Dachau

Con il decennale della beatificazione di padre Girotti alle porte, Vai annuncia alcune novità: «Dal 26 al 28 aprile andremo, con il vescovo e la diocesi di Alba, in pellegrinaggio a Dachau, dove il beato è sepolto. Visiteremo il campo e parteciperemo alle funzioni nella parrocchia di Heilig Kreuz, erede della cappella del campo, e nella chiesa delle Carmelitane accanto al memoriale delle vittime del campo».

Dalla Calabria ad Alba per il beato Giuseppe Girotti
Da sinistra Renato Vai e don Colaci

Al lavoro dell’associazione dà valore l’essere contattati da studiosi del tema. In autunno è arrivato ad Alba il sacerdote calabrese don Francesco Colaci, con il fine di documentarsi per la sua tesi su padre Girotti in storia della Chiesa alla Pontificia università della Santa croce di Roma. Notizia recente è il contatto epistolare avviato da Monika Volz, presidente di “Selige Märtyrer von Dachau e.V.”. A Dachau, dal 1938 al 1945, furono internati 2.579 religiosi cattolici e 141 di altre confessioni e di varie nazionalità: l’ente si prefigge di approfondire e far conoscere i 57 martiri cattolici del campo. Oltre a Girotti, spicca la figura di san Tito Brandsma, sacerdote olandese che tentò di convincere i giornali dei Paesi Bassi a resistere alle pressioni del nazismo. +

Prosegue Vai: «Un primo contatto era stato allacciato anni addietro, ma poi non ci arrivarono più notizie. Sono contento e onorato di riprendere i rapporti, ho subito inviato loro una busta con diversi libri su padre Girotti, oltre a copie di articoli di giornale. Monika si è stupita della quantità di informazioni disponibili in italiano e francese, sul beato albese ha ammesso di sapere ben poco. Ora vorrebbero tradurre i testi in tedesco. Il profilo biografico e la fotografia del Domenicano albese ora sono presenti nel materiale che Selige Märtyrer diffonde. Per il 26 aprile, ci hanno invitati alle loro celebrazioni».

Tra i progetti dell’associazione Padre Girotti vi è un volume «con le biografie di quanti, tra il 1939 e il 1945, salvarono la vita di ebrei nelle nostre zone. In tutto, dall’Albese finirono nei lager nazisti 144 militari e 29 civili, di cui dodici israeliti».

 d.ba.

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