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Monsignor Brunetti in visita alle tombe dei “profeti” albesi in Brasile

Monsignor Brunetti in visita alle tombe dei “profeti” albesi in Brasile 3
Le Luigine a Juazeiro impegnate in un ospedale per poveri

CHIESA MISSIONARIA Dal 7 al 16 gennaio, all’interno della visita pastorale alla diocesi, ho incluso anche quella ai nostri preti in missione: don Massimo Bonino, don Sergio Stroppiana e don Luigi Pescarmona. Sono venuti con me don Gino Chiesa, direttore del Centro missionario diocesano, don Luigi Lucca e don Agostino Garabello che trascorse alcuni decenni in Brasile come missionario.

Il viaggio si è svolto in tre tappe: la prima nel Nord-est, a Juazeiro, ospiti di don Massimo e delle suore Luigine in un centro di cure olistiche, gestito da un’associazione la cui presidente è suor Teresa, con lei vivono altre due sorelle. Lo stesso don Massimo lavora nel centro e pastoralmente celebra in una cappella periferia della periferia. Abbiamo incontrato il parroco del barrio, una zona poverissima, e abbiamo visitato un orto sociale lavorato da più di cento famiglie unite in associazione. Due giorni intensi e ricchi di suggestioni a contatto con i poveri e lavoratori della terra.

La seconda tappa ci ha portati a Curral de dentro dove risiede don Sergio e siamo stati suoi ospiti. Con lui abbiamo visitato alcuni progetti legati alla terra messa a disposizione di famiglie povere e visitato altri progetti che coinvolgono soprattutto bambini e adolescenti. Interessante anche la visita a “Casa emaus“, con il compito di ospitare andarillos, persone senza fissa dimora, il tutto nello spirito essenziale di Charle de Foucauld. La celebrazione della Messa con il nuovo parroco e don Sergio ci ha dato modo di incontrare una comunità viva e molto partecipe.

La terza tappa, la più intensa, si è svolta a 300 Km a sud, a Teofilo Otoni, accompagnati da don Sergio. In questa città abbiamo respirato la presenza albese, legata al grande lavoro fatto dai nostri missionari, in particolare don Domenico Burzio, don Giovanni Lisa e don Piero Tibaldi, le cui tombe abbiamo visitato, e da altri ancora vivi come don Luigi Pescarmona e don Agostino Garabello che erano con noi.

In due giorni abbiamo incontrato molte realtà pastorali e associative, fra queste l’Apj (Imparare, lavorare insieme), fondata da don Lisa e divenuta oggi una realtà a servizio dei poveri della città.

Interessante anche la serata con la pastorale sociale che coordina un insieme di pastorali come quella della terra, degli indigeni, delle donne, degli afro-brasiliani, dei bambini di strada e della stessa Caritas. Tutte pastorali presenti nella vita delle parrocchie e della diocesi di Teofilo Otoni. A questi incontri con i laici coordinatori dobbiamo aggiungere le tre celebrazioni eucaristiche fatte in tre luoghi diversi con la partecipazione di molta gente, in cui abbiamo respirato un vero senso di partecipazione e di fede in Gesù Cristo e nella Vergine dei poveri, in santa Rita e san Giovanni Battista, patroni delle comunità visitate.

Negli incontri e nelle celebrazioni emergeva continuamente la riconoscenza e il grazie verso il lavoro e la testimonianza dei nostri sacerdoti e in più occasioni, da tutti, definiti “profeti” del Vangelo e del Concilio. In questi giorni (21-26 gennaio) sono a Roma per la visita ad limina, cioè alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo e avrò modo di incontrare papa Francesco. Ho promesso alla gente nelle varie celebrazioni, che avrei detto al Papa quanto questo mio viaggio in Brasile mi abbia preparato alla visita a Roma, perché ho visitato le tombe di quei “profeti”, Pe. Domenico, Pe. Giovanni e Pe. Piero, che hanno saputo vivere il Vangelo in profondità e hanno seminato quella speranza e quella forza di vita che la gente di quella terra continua a esprimere con il lavoro pastorale ed ecclesiale di oggi.

Tutto questo lavoro è anche un patrimonio per la nostra Chiesa albese ed è importante che continui la nostra collaborazione con queste realtà brasiliane attraverso progetti esistenti e nuovi che potranno nascere, senza escludere che altri missionari, presbiteri, diaconi, religiose o laici possano partire ancora per la missione. Il Cammino sinodale e la visita pastorale potranno far crescere la dimensione missionaria nelle nostre comunità, arricchite anche dalle esperienze di queste terre lontane ma vicine e unite dall’annuncio del Vangelo.

+ Marco, vescovo di Alba

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