Coldiretti Asti a Bruxelles: «Non possiamo sopportare la concorrenza sleale»

ASTI Una nutrita rappresentanza di Coldiretti Asti, al seguito della presidentessa Monica Monticone e del direttore Diego Furia, ha preso parte, nei giorni scorsi, alla prima mobilitazione degli agricoltori di tutta Europa davanti al Parlamento europeo, a Bruxelles, per dire «stop all’ingresso di prodotti che provengono da oltre i confini europei e che non rispettano i nostri stessi standard».

Ribadendo a gran voce che «non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole», la Confederazione ha chiesto «la cancellazione dell’obbligo a mantenere incolte quote di terreni agricoli».

Inoltre, sugli accordi commerciali Coldiretti ha chiesto che «sia garantito il principio di reciprocità».

Coldiretti Asti a Bruxelles: «Non possiamo sopportare la concorrenza sleale»
Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti a Bruxelles

In quest’ottica, per Coldiretti è positivo l’annuncio della Commissione Ue nel rimarcare che non sono soddisfatte le condizioni per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur (Mercato comune dell’America meridionale, di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). Una constatazione che segue la denuncia di Coldiretti Italia e della Fnsea (Federazione nazionale dei sindacati dei coltivatori diretti) Francia sulla concorrenza sleale provocata da molti Paesi sudamericani, inadempienti sul piano della sostenibilità delle produzioni agroalimentari, con rischi per l’ambiente, la salute e lo sfruttamento del lavoro minorile. Aspetti evidenziati dallo stesso Dipartimento del lavoro statunitense.

Coldiretti è tornata a chiedere, quindi, di investire sulla sovranità e sulla sicurezza alimentare europea, assicurando più fondi alla Politica agricola comune. «Occorre aumentare gli investimenti in agricoltura garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale. Senza ragazze e ragazzi  in agricoltura, l’Europa sarà più fragile e dipendente dai mercati esteri», ha dichiarato la presidentessa di Coldiretti Asti Monica Monticone.

«Inoltre, va cancellato l’obbligo imposto dalla Pac (Politica agricola comune) di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi: non ha senso impedire agli agricoltori di coltivare quote dei loro terreni, per poi costringerli a importare», ha incalzato Monticone.

«L’Europa deve sostenere anche gli accordi di filiera per costruire mercati più equi, con una più giusta distribuzione del valore e maggiore trasparenza per i consumatori. Alla presidentessa del Consiglio Giorgia Meloni chiediamo di continuare a tutelare gli agricoltori, portando in Europa le loro istanze», ha aggiunto il direttore di Coldiretti Asti Diego Furia.

Monticone e Furia hanno concluso: «Le politiche ideologiche hanno penalizzato gli agricoltori, mettendo a rischio tante filiere  anche nel nostro Paese. L’Europa deve investire nella propria autosufficienza alimentare, respingendo modelli omologati, come quelli del cibo artificiale, e riconoscendo il ruolo di presidio dell’ambiente che le imprese agricole svolgono ogni giorno».

Manuela Zoccola

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