Confartigianato Imprese Piemonte: dati primo trimestre 2024

Confartigianato Imprese Piemonte: dati primo trimestre 2024

PIEMONTE Sono in lieve miglioramento le previsioni sull’andamento occupazionale, in base al dato che registra il passaggio da -3,50% a -1,96%. In merito all’ipotesi di assunzione apprendisti il saldo rimane tendenzialmente stabile (da -18,88% a -18,34%). Osservando le previsioni di produzione totale si passa da -13,11% a -12,34%. Sono alcuni dei dati emersi dalla prima indagine trimestrale congiunturale del 2024 condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Piemonte, utilizzando un questionario telematico rivolto a un campione di 2.250 aziende selezionate nei comparti di produzione e servizi, che rappresentano maggiormente l’artigianato della nostra regione.

Dall’indagine si evince, tra l’altro, che il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini, pur registrando una piccola crescita, si mantiene su valori negativi, passando da -14,68% a -11,47%. Aumentano le proiezioni di investimenti per ampliamenti dal 7,52% all’8,99%, così come quelle per sostituzioni che passano dal 12,94% al 13,40%. Le imprese che non hanno programmato investimenti scendono dal 79,55% al 77,60%. Segnano, poi, un piccolo miglioramento le previsioni di acquisizione di nuovi ordini per le esportazioni (da -35,67% a -32,63%), mentre calano quelle relative alla regolarità negli incassi che variano dal 68,94% al 66,84% e aumentano le stime di ritardi dal 30,89% al 32,98%. Continuano a rimanere minime le previsioni di anticipi negli incassi, passando dallo 0,17% allo 0,18%.

Il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici ha commentato: «Emergono luci e ombre. Anche se si intravede un lieve miglioramento generalizzato nei valori rilevati, registriamo sempre percentuali precedute dal segno meno. Nel dettaglio, le voci che hanno evidenziato una crescita più marcata, con un incremento di circa il 3%, sono quelle relative all’andamento occupazionale, l’acquisizione di nuovi ordini, anche di quelli per l’esportazione. Va sottolineato che le nostre imprese si trovano, mai come in questo momento, ad affrontare numerose sfide, compresa quella delle guerre in atto, come in Medio Oriente, e della scomposizione e ricomposizione degli equilibri geopolitici internazionali, che hanno concrete e misurabili ripercussioni sul piano economico».

Aggiunge Felici: «La nostra regione è la quinta più esposta con oltre quattro miliardi di euro di merci esportate per via marittima attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso. Tali effetti geopolitici si aggiungono alla stretta monetaria in corso, alla crisi di liquidità e agli esiti negativi dovuti alla frenata del superbonus con i relativi crediti incagliati nei cassetti fiscali per lavori già eseguiti. Voglio ricordare che sono proprio i bonus edilizi ad aver consentito la creazione di lavoro e il rilancio della domanda interna e questi dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese. Sembrano rientrare, invece alcune emergenze, tra cui i prezzi dell’energia e delle materie prime, ma la difficoltà logistica e lo spropositato costo del denaro continuano ad appesantire, in particolare, il sistema delle piccole e medie imprese. Il supporto a queste realtà dovrebbe essere la priorità nell’agenda dei nostri politici, attraverso agevolazioni e incentivi».

Manuela Zoccola

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