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Dio riaccende la luce ogni volta che l’uomo la spegne

PENSIERO PER DOMENICA – QUARTA DI QUARESIMA – 10 MARZO

Sentir raccontare storie piace ai bambini, anche nell’era delle immagini. Piace a giovani e meno giovani che si appassionano alle serie Tv. Resiste la lettura, considerando l’incredibile produzione di romanzi. Nelle letture domenicali abbiamo due storie. La prima (2Cr 36,14-23) è raccontata da un ignoto sacerdote, autore delle Cronache, in cui viene narrata la storia di Israele. Oggi ascoltiamo il racconto dell’esilio a Babilonia e della liberazione. Il secondo narratore è Gesù che, nel dialogo con Nicodemo (Gv 3,14-21), riassume la storia della salvezza.

Dio riaccende la luce ogni volta che l’uomo la spegne
L’incontro di Gesù con Nicodemo, opera di Crijn Hendricksz Volmarijn (Rotterdam 1601-1645).

La salvezza giunge come e quando stabilisce il Signore. Non spunta dalla parte che ci saremmo aspettati noi. Può arrivare nel contesto di una guerra di conquista. Da uno come Ciro, re di Persia, che non sa nulla del Dio di Israele. Può arrivare da uno appeso in croce come un malfattore. San Paolo, che conosceva bene questa storia, lo ricorda agli Efesini: «Per grazia siete stati salvati, mediante la fede… Ciò non viene da noi, ma è dono di Dio» (Ef 2,8). A noi, ossessionati dal “fare”, Paolo ricorda che è importante credere, abbandonarsi a Dio, tenendo viva la fede come hanno fatto gli schiavi a Babilonia.

Quando il Signore è deluso del suo popolo, cosa fa? Secondo le letture di oggi, lo ama ancora di più! Lo ricorda Gesù a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito». Precisa che Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannarlo, ma per salvarlo, che Egli si ostina ad accendere la luce ogni volta che gli uomini la spengono. Anche nelle Cronache si ricorda l’amore «premuroso e incessante» di Dio, nonostante le infedeltà del popolo. San Paolo chiarisce che Egli è «ricco di misericordia». Ecco la fonte della nostra gioia, in questa domenica, come canta il Salmo: «Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia».

Anno della preghiera. 6. La preghiera di notte. L’incontro-colloquio tra Gesù e Nicodemo si è svolto di notte. Particolare importante anche per il nostro cammino di riscoperta della preghiera. Ci sono tempi diversi per pregare: c’è la preghiera di giorno, pubblica, visibile, solenne; ma anche la preghiera di notte: timorosa e nascosta. C’è la preghiera di chi, come Nicodemo, è in ricerca, pieno di dubbi, di chi ha paura di farsi vedere a pregare, a parlare con Gesù. Allora prega “di notte”. Al riguardo il Vangelo è consolante: Gesù non ha cacciato via Nicodemo, ma lo ha accolto, ha ascoltato i suoi dubbi, lo ha aiutato a camminare verso la luce. Anche questo è un modo per cominciare a pregare.

Lidia e Battista Galvagno

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