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I dipendenti di Egea: «Basta bugie: vogliamo chiarezza»

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ALBA «Non voglio più ascoltare parole su parole: quando bollo tutte le mattine il mio cartellino, non so se il giorno successivo avrò ancora un lavoro». Lo ha detto un dipendente di Egea, durante la conferenza stampa convocata da Cgil Cuneo nella sede albese, proprio per parlare della crisi dell’azienda.

La procedura di composizione negoziata della crisi, che potrebbe salvare l’azienda dal fallimento vero e proprio, è giunta in una fase definitiva: trovato l’accordo con i fornitori, resta aperta la partita con le banche e con gli obbligazionisti, che deve per forza chiudersi entro il 15 marzo.

Tra le banche, la partita sarebbe ancora aperta con la Bei, la Banca europea per gli investimenti. Se entro questa data non si chiuderà l’accordo con tutte le categorie di creditori, Egea sarà fallita al cento per cento.

«Ci hanno detto che Egea sul lato finanziario è già fallita e che a salvarci è il fatto di erogare servizi pubblici. È una situazione stressante, difficile da vivere ogni giorno», ha aggiunto un altro dipendente.

«Io ho due figli: Iren negli accordi si è impegnata a mantenere la sede ad Alba per i prossimi cinque anni, ma che cosa accadrà dopo? Vorrei solo un po’ di serenità per il futuro. Basta rassicurazioni infondate e  bugie».

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In base a quanto riportato dai lavoratori, tutti operativi sul campo, gli stipendi fino ad ora sono arrivati puntuali. Sospeso il premio annuale del 2022, perché il bilancio non è stato approvato, così come quello relativo al 2023. Sospesa anche la carta acquisti da 250 euro, che rientra nel sistema di welfare aziendale.

«Se avevamo intuito qualcosa della crisi? Sinceramente no. Egea aveva una struttura personale, costruita in modo marcato sulla figura del suo ex amministratore delegato, Pierpaolo Carini. Tutte le aziende chiudevano sportelli e Egea li apriva. Si parlava di bilanci da capogiro: ci sentivamo parte di una realtà solida», è stato un altro commento.

I dipendenti hanno lamentato anche il trattamento ricevuto da parte degli utenti, come ha spiegato un lavoratore: «Siamo noi che ogni giorno ci mettiamo la faccia. Le persone chiedono a noi spiegazioni, a volte anche malamente: dove sono finiti i responsabili di tutto questo?».

Ha spiegato Pier Tomaso Bergesio, segretario provinciale di Cgil: «Come sindacato, ci auguriamo che la composizione negoziata della crisi vada a buon fine e che Egea venga salvata, così da garantire tutti i livelli occupazionali. È altrettanto fondamentale per noi che la politica non resti fuori dalla partita, ma che agisca nell’interesse di questi lavoratori e della collettività: se si è arrivati a questo punto, tutti hanno delle responsabilità ed è il momento di far sentire la propria voce nell’interesse di un territorio».

Ulteriori dettagli e aggiornamenti sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola martedì 12 marzo.

Francesca Pinaffo

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