L’edicola di Vivaro lunedì sospende la vendita dei giornali: «Trattati come attività di Serie B»

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ALBA «Sono arrivato al limite e, anche se mi spiace molto per i miei clienti, mi trovo costretto a portare avanti un’azione chiara di protesta». Stefano Raffale è il titolare dell’edicola che si trova in via Vivaro, in prossimità del passaggio a livello. È un’attività di famiglia, aperta nel 1982 dai genitori. La madre, Laura, ne è stata titolare fino a poco tempo fa, per poi passare a tutti gli effetti il testimone a Stefano.

Ad Alba, sono rimaste due edicole che gestiscono chioschi: la sua e quella in piazza Risorgimento. Era lo scorso settembre quando Gianni Rosso, che gestisce quest’ultima insieme alla moglie, sollevò una vera e propria mobilitazione, chiedendo al Comune di intervenire per supportare questo tipo di attività, a fronte di un peso tributario sempre più difficile da reggere, visto il calo delle vendite. Alla fine, dopo settimane di confronto, era stata trovata una soluzione, in verità mai del tutto chiarita nei dettagli.

In tutto questo tempo, Raffale è rimasto in silenzio. Fino ad oggi: «Da lunedì, 4 marzo, sospenderò la vendita dei giornali», annuncia. «La mia situazione è identica a quella sollevata dal mio collega Gianni. Sulle nostre attività, pesano due tasse, in realtà identiche come contenuto: la Tosap, per l’occupazione del suolo pubblico, e il canone di concessione comunale. Oggi si pagano in un unico versamento: in sostanza, pago più di 1.500 euro all’anno. Forse, in centro storico, si paga qualcosa in più, ma non penso che la differenza sia così marcata». In ogni caso, l’edicolante ha sempre continuato a pagare in modo puntuale.

«Dopo la protesta di Gianni e l’accordo trovato con il Comune, mi sarei aspettato altro: nessuno dell’Amministrazione, in tutto questo tempo, mi ha coinvolto, pur sapendo che la mia situazione è identica a quella del mio collega. A livello normativo, non è stata apportata alcuna modifica. Come edicolanti, siamo rimasti in due: perché è stata trovata una soluzione soltanto per uno? Dov’è il rispetto per mia madre, che per così tanti anni ha lavorato in quest’attività e ha sempre pagato le tasse al Comune? Esistono edicole di serie A e altre di serie B?».

Da non dimenticare che l’edicola, dopo la chiusura dell’ospedale San Lazzaro, ha subito un calo delle vendite dovuto a un minor passaggio di persone, in un generale contesto di crisi dell’editoria. «Ci rendiamo conto che, come di dicono i nostri clienti ogni giorno, l’edicola ha un ruolo sociale. È un punto di riferimento prezioso, che andrebbe sostenuto. Da settembre ad oggi, sono rimasto in silenzio, in attesa di capire se qualcosa nel frattempo fosse cambiato. Ma, di fronte a questo disinteresse verso la mia attività e a false promesse, ho deciso di agire. Mi auguro che i miei clienti capiranno», conclude Raffale.

Seguiranno aggiornamenti sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola martedì 5 marzo.

Francesca Pinaffo

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