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Salvataggio Egea: salta l’accordo con gli obbligazionisti. Nuova riunione il 19 marzo

Alba, sede di Egea
Alba, sede di Egea

ALBA Avrebbe dovuto essere l’assemblea definitiva, ma si è conclusa con un nulla di fatto: nel pomeriggio di giovedì 14 marzo è stata convocata la platea degli obbligazionisti di Egea, che da soli vantano un credito di circa 20milioni di euro (in realtà, sono 30 ma 10 verranno rimborsati attraverso la garanzia del gruppo assicurativo Sace e pertanto fuori dal calcolo).

Il contesto è quello della composizione negoziata della crisi, l’unica speranza per salvare dal fallimento la multiservizi. A ogni categoria di creditori è stata avanzata una proposta: gli obbligazionisti, se accetteranno l’accordo, avranno la certezza di ottenere il 30 per cento dei rispettivi crediti, con prospettive di crescita in base a quanto la nuova azienda guadagnerà negli anni a venire.

Perché l’accordo vada in porto, è necessario ottenere adesioni pari al 60 per cento dei crediti complessivi vantati dalla categoria in questione. Durante l’assemblea, su sei coorti di obbligazionisti – ripartiti in base al periodo di emissione dei titoli – soltanto quattro si sono espresse a favore dell’accordo. Le altre due si sono astenute.

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A pesare sul mancato raggiungimento della percentuale richiesta è la richiesta di chiarimenti di alcuni obbligazionisti – uno in particolare – che detengono una quota di crediti tale da impedire il raggiungimento del 60 per cento.

Visto il mancato raggiungimento dell’accordo, è stata fissata una nuova assemblea, in programma per martedì 19 marzo. I tempi stringono, dal momento che per la legge la composizione dovrà terminare entro la metà di giugno.

Che cosa accadrà se anche la prossima riunione si chiuderà senza raggiungere l’accordo?

Se non verranno concesse altre proroghe e non verranno raggiunti gli estremi per proseguire nella procedura di salvataggio Egea sarebbe condannata al fallimento. Anche Iren si sfilerebbe.

Per quanto riguarda le altre categorie, il 60 per cento dei crediti è già stato raggiunto tra i fornitori. Si parla di accordi chiusi anche con le banche, alle prese con l’approvazione delle delibere  dei rispettivi consigli di amministrazione. Chiusa la trattativa anche con il Fisco, che ha accettato di ottenere il pagamento del 30 per cento dei 240milioni di euro di crediti complessivi, ripartiti in dieci anni.

Ma, secondo la normativa, basterebbe il “no” di una categoria a far crollare tutto: è per questo che le riserve dei maxi obbligazionisti fanno tremare Egea, i dipendenti e tutti gli altri creditori, che perlomeno in questo modo avrebbero la certezza di non perdere tutto. Secondo voci interne, martedì si chiuderà la partita con l’adesione di tutti, ma per ora il futuro dell’azienda rimane appeso a un filo.

Francesca Pinaffo

 

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