Ultime notizie

L’Avis provinciale della Granda è sempre più generosa

I donatori attivi sono 13.580, per le 45 sezioni della provincia. Le sacche sono destinate ai centri trasfusionali di Cuneo, Savigliano e Mondovì e al team intercomunale Arnaldo Colombo di Torino

SOLIDARIETÀ Sono state 22.229 le sacche di sangue e plasma raccolte nel 2023, 755 in più rispetto all’anno precedente. Lo ha annunciato il presidente provinciale dell’Avis, l’albese Flavio Zunino, durante l’assemblea svoltasi sabato 23 nella caserma Musso di Saluzzo. I donatori attivi sono 13.580, mentre le sezioni ammontano a 45. Le sacche sono destinate ai centri trasfusionali di Cuneo, Savigliano e Mondovì e all’Avis intercomunale Arnaldo Colombo di Torino, cui fanno riferimento Alba, Bra, Caramagna, Cherasco, Govone, La Morra, Racconigi, Sanfrè, Santo Stefano Roero e Sommariva del Bosco. La sezione di Alba primeggia per numero di donazioni con 4.744, seguita da Fossano (2.272), Bra (1.955), Savigliano (1.190) e Cuneo (993).

L’Avis provinciale della Granda è sempre più generosa
I premiati con l’Oscar con il presidente Zunino (a destra)

L’emergenza legata al reperimento dei medici ha tenuto banco nelle assemblee degli ultimi periodi, ma ora «è stata offerta la possibilità di prestare servizio anche agli specializzandi, per cui siamo riusciti a risolvere il problema. Mentre per il sangue il Piemonte è autosufficiente, lo stesso non si può dire per il plasma: il nostro obiettivo è promuovere maggiormente questo tipo di donazione», spiega Zunino.

Un altro aspetto su cui il presidente Zunino punterà nell’ultimo anno del mandato riguarda «il coinvolgimento dei giovani: più che il futuro ritengo siano il presente. Oltre ad avvicinarli alla cultura del dono, dobbiamo impegnarci per farli entrare nelle associazioni con incarichi a livello locale e provinciale. Il volontariato, qualunque esso sia, svolge un ruolo educativo». Durante l’assemblea sono stati consegnati gli Oscar della generosità provinciali a Francesco Fazio (Alba), Silvia Tavera, responsabile della medicina trasfusionale all’ospedale di Savigliano, Gianluca Cagliero (Marene) e Giovanni Manfredi (Saluzzo).

I prossimi appuntamenti saranno il 21 aprile a Torino per l’assemblea regionale Avis e, dal 24 al 26 maggio, per quella nazionale a Vicenza.

La storia di Francesco

Per Francesco Fazio, albese, il rapporto con l’Avis è iniziato nel 1982: «Era Ferragosto, una domenica; vidi in piazza Savona l’autoemoteca e salii. Mio padre, un po’ di tempo prima, aveva provato a donare il sangue, non risultando idoneo». Due anni dopo, «sul giornalino dell’Avis lessi un articolo di Severino Marcato in cui si sollecitavano nuovi membri giovani, invitando a presentarsi il venerdì sera nella sede di via Pierino Belli. Iniziai, per circa trenta venerdì l’anno, a occuparmi dell’accettazione dei donatori. Da allora sono stato impegnato anche come capogruppo dei giovani, poi nel Consiglio direttivo, in segreteria e, per tre anni, ho guidato l’autoemoteca per raggiungere i paesi. Da cinque gestisco i prelievi del plasma. Sono arrivato a 52 donazioni ma, assumendo farmaci per la pressione, mi sono fermato».

Nato nel 1959 a Serrastretta (Catanzaro), Francesco è arrivato ad Alba all’età di quattordici anni, «mio padre, capocantiere, era stato chiamato da un’impresa edile della zona». Sposato con due figli, dopo aver lavorato alla Ferrero, ora è in pensione. La sua attività all’Avis ha annoverato il proselitismo: «Ogni tanto facevamo uscite straordinarie; con l’autoemoteca andavamo nelle piazze per convincere la gente al dono. Ogni volta riuscivo a fare donare almeno cinque persone. È bello incontrare, a distanza di tempo, donatori che dicono di avere iniziato grazie a me. Da quando gestisco questa parte dell’attività, siamo passati da 80 a 550 prelievi di plasma l’anno. È un impegno che richiede anche la capacità di gestire le defezioni del- l’ultimo minuto».

Oltre al riconoscimento ottenuto sabato 23 a Saluzzo, Fazio è stato premiato con l’Oscar della generosità della sezione albese nel 1987: «Quando ero nel gruppo giovani, mi avevano anche dato una medaglietta. Non mi aspettavo questi premi».

Davide Barile

Silvia Tavera spiega: «Il dono del sangue è un’esperienza di vera libertà» 2

Silvia Tavera è la responsabile del servizio trasfusionale di Savigliano: «Ringrazio tutti per questo riconoscimento (l’Oscar della generosità): in quindici anni, oltre al lavoro, ho collaborato per la promozione del dono del sangue e del plasma. Credo nel valore di questo gesto gratuito, in contrasto con le logiche della società. Il dono avviene senza giudizio, senza aspettative: è un’esperienza di libertà. Nel mio ruolo cerco di fare capire quanto sia grande questo atto».

Residente a Cuneo ma originaria di Sassari, Tavera sottolinea il coinvolgimento delle due regioni: «Grazie a una convenzione, ogni settimana ottanta unità di globuli rossi partono per gli ospedali di Sassari e Cagliari: è un ponte di solidarietà tra il Piemonte, molto virtuoso per il dono, e la Sardegna, dove la necessità di trasfusioni è maggiore per l’incidenza dell’anemia mediterranea sulla popolazione».

Tavera mette in luce anche l’importanza del plasma, per troppo tempo considerata «una donazione di serie B, mentre è fondamentale. Vi è una carenza a livello mondiale, serve anche per produrre farmaci come le immunoglobuline. Per la giornata del 14 giugno pensiamo a una maratona di donazione del plasma, lasciando operative per ventiquattro ore le unità di raccolta».

d.ba.

Banner Gazzetta d'Alba