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Il mondo tattile, naturale e materico di Giuseppe Penone

La nuova mostra della fondazione Ferrero è visitabile da sabato 26 ottobre al 16 febbraio, a ingresso gratuito

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Giuseppe Penone illustra la mostra.

ALBA Alla fondazione Ferrero, da questo sabato (26 ottobre), aprirà al pubblico la mostra “Giuseppe Penone. Impronte di luce”, antologica dedicata al lavoro di uno dei più grandi protagonisti dell’arte contemporanea internazionale, pensata appositamente per gli spazi di Strada di mezzo ad Alba, insieme al curatore Jonas Storsve.

L’allestimento comprende oltre cento opere, alcune delle quali presentate in Italia per la prima volta. Il filo conduttore è l’impronta, un concetto importante per l’artista, originario di Garessio

Oggi, 23 ottobre, è stato proprio lui  a presentarla in anteprima, attraverso le nove sale dello spazio.

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È un viaggio non cronologico, ma tematico. O, ancora meglio, attraverso linguaggi e materiali. Si parte dal legno, con cui Penone ha lasciato un segno indelebile nell’Arte povera. I tronchi dei boschi cuneesi sono da lui tagliati e lavorati: si leggono i loro anni, ma diventano anche altro, accogliendo la forma del corpo dello stesso artista.

«Ho un rapporto tattile con la realtà. L’impronta è qualcosa di animale, che rimane e ci permette di essere ricordati: riusciamo a vedere ciò che ci circonda attraverso la nostra forma e anche ad avere una concezioni di noi stessi, dalla giovinezza, per tutta la vita», ha detto Penone.

Tra le sale, una è dedicata alle serie “Spine d’acacia“: l’immagine di una bocca è ricreata tramite piccole spine, tantissime, una vicina all’altra. In una delle opere, al centro c’è l’impronta digitale del suo dito, che si propaga.

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La natura è presente in molte installazioni, come in “Pensieri di foglie“, dove una pietra di fiume è sorretta dal legno. «Sono sempre stato affascinato da come, nei boschi, esistano forme così perfette. Questa pietra racchiude miriadi di cristalli, come sono un’infinità i pensieri che affollano la nostra mente», ha detto ancora.

In un’altra opera, due sagome umane sono ricavate da un intrico di foglie di bronzo e rami. Sono creature quasi fantastiche, che dall’alto guardano l’osservatore.

Attraverso la creatività di Penone si arriva alla serie più recente: le “Impronte di luce“, che danno il titolo alla mostra. Sono grandi tavole – quadrati da 183 centimetri per lato – che si rifanno al modulo proporzionale elaborato dall’architetto Le Corbusier, che ha inventato anche i sessanta colori ripresi da Penone per la serie. Sono sempre impronte digitali, prima realizzate su carta e poi riprodotte in grande formato, puntino per puntino.

«Le faccio io, in ogni dettaglio», ha precisato Penone.

L’ingresso alla mostra, fino al 16 febbraio, sarà gratuito; orari: mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.

f.p.

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