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La fabbrica della Supercrema, il libro che narra l’inizio del mito Ferrero

La fabbrica della Supercrema, il libro che narra l’inizio del mito Ferrero
Lo scrittore Luigi Ballerini

EDIZIONI SAN PAOLO Nell’anno in cui la Nutella compie sessant’anni, la casa editrice San Paolo ha pubblicato il libro La fabbrica della Supercrema. L’omaggio all’antenata della crema spalmabile ideata dalla Ferrero nel 1951 per sostituire il Giandujot, è ben visibile sulla copertina. Come ha spiegato l’autore, Luigi Ballerini, «volutamente abbiamo pensato a una grafica vintage, con il Musone in primo piano. Era l’evoluzione della Fiat Topolino e Ferrero, all’epoca, ne possedeva una flotta seconda solo all’Esercito. La vendita diretta dei prodotti fu una geniale intuizione di Giovanni».

Ballerini, nato a Sarzana nel 1963, è medico di formazione e scrittore di letteratura per ragazzi. Nel 2014 ha vinto il premio Andersen con La signorina Euforbia, edito da San Paolo, e nel 2020 il Bancarellina con Io sono Zero, stampato da Castoro. Con la casa editrice nata ad Alba, in questo caso, «il legame è ancora più simbolico e forte. La vicenda inizia durante l’alluvione del 1948 e arriva fino al 1957, quando Giovanni è appena morto e la fabbrica sta per approdare in Germania. Si parla della storia d’amore di Lino e Teresa, due verosimili operai della Ferrero. Ho cercato di ricostruire uno sfondo più veritiero possibile: si parla di gente che lavora alla San Paolo e alla Miroglio, va al cinema Eden e in pasticcerie che non esistono più».

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Ballerini, pur «conoscendo da tempo Alba, città elegante e colta che ho visitato durante escursioni giornaliere dalla mia casa di campagna di Cassine», si è documentato attraverso numerose fonti. «Le principali sono i libri Ferrero 1946-1996, edito dalla Direzione affari generali Ferrero, e Storia di un successo, dato alle stampe da Aeda nel 1967. Mi è stato concesso di consultarli dalla fondazione Ferrero, istituzione che mi ha messo a disposizione numerose memorie e fotografie di Musoni, macchine e ambienti di lavoro. Ho letto pure molti articoli di Gazzetta d’Alba dell’epoca e sono riuscito a ritrovare le prediche di don Gianolio, il cappellano della fabbrica. E, a piedi, ho ripercorso i tragitti compiuti da Lino e Teresa».

Di Pietro Ferrero (1898-1949), il fondatore dell’azienda e padre di Michele, Ballerini riesce a rendere la figura umana e vera. «Mi ha affascinato soprattutto il profondo rispetto che aveva per le persone e il territorio. Tali valori furono portati avanti dalla moglie Piera, dal fratello Giovanni e dal figlio Michele. Partì da una pasticceria di Dogliani e poi esplose: fu anche grazie a lui e agli operai della Ferrero che l’Italia riuscì a risollevarsi. Lui stesso, dopo l’alluvione del 1948, non si perse d’animo. Mi sono fatto l’idea di un uomo dal temperamento impulsivo, molto generoso. Ho ricostruito i dialoghi prendendo spunto dalle memorie dell’ultimo uomo che, nello stabilimento, lo vide vivo, stanco e nervoso».

Il romanzo, ci tiene a precisare Ballerini, «è adatto dalla terza media in su. In Italia c’è l’abitudine di suddividere letteratura per adulti e ragazzi, ma io penso che il libro possa offrire diverse chiavi di lettura a seconda dell’età».

La fabbrica della Supercrema presenta un’appendice. Spiega Ballerini: «Nel 1957 muore pure Lino, in un incidente in Vespa nel giorno in cui Teresa, nonostante le diagnosi l’avessero classificata come sterile, scopre di essere incinta. L’ultimo capitolo è ambientato nel 1984 e parla della laurea del figlio, anch’egli Lino, con una tesi sulla rinascita albese nel Dopoguerra. Tra i ringraziamenti comparirà il nome di Michele Ferrero, attento da sempre alle esigenze degli orfani di operai». La prima presentazione del volume si terrà, con la presenza dello stesso autore, giovedì 7 novembre presso la fondazione Ferrero in Alba, alle 21.

Davide Barile

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