
LA STORIA Casa per tutti, strada per nessuno: inizia così uno degli ultimi pezzi di Alagie Muhammed Krubally, per tutti Kruba, e di Clement Oyamen, Clemzy. È disponibile sulle varie piattaforme. «Essere straniero non è facile», dicono anche. Chi canta lo sa, perché ha vissuto sulla propria pelle tutte le difficoltà che un migrante si trova ad affrontare in Italia.
Conosce la sensazione di trovarsi di fronte – in senso letterale – a porte chiuse. Lo sapevano anche Issa Loum e Mamadou Diallo, i due giovani morti a dicembre in strada Gamba di bosco, in un capannone fatiscente. La canzone è per loro. Kruba, nato in Gambia, ne ha parlato a Fuori dai fogli, il video podcast di Gazzetta d’Alba, on-line sul nostro sito e sui social.
«Il brano è nato in un solo giorno. Siamo andati in studio e lo abbiamo registrato. Abbiamo sentito il bisogno di fare sentire la nostra voce. Per il testo in italiano, ho chiesto aiuto a Cristina Capello, che è stata la mia insegnante al Cpia (Centro provinciale di istruzione per gli adulti, ndr)», dice Kruba, che oggi lavora in un’azienda di imballaggi sotto le torri e ha trovato un alloggio in affitto: «È stato molto difficile. Un contratto regolare e i documenti non bastano: troppo spesso ci sentiamo dire che non si affitta a stranieri. Fa molto male. Per fortuna, per un mese, sono stato accolto da amici albesi. Mi sono stati vicino e mi hanno incoraggiato».

Clemzy, originario della Nigeria, lavora nella stessa azienda e ha toccato con mano l’importanza di non essere soli: «Per un periodo, ho vissuto in strada. È come essere sempre al buio, senza via d’uscita. Si rischia di finire a delinquere, perché non si vedono altre soluzioni. Ad Alba, dopo un inizio difficile, ho trovato persone che mi hanno aiutato: senza di loro, forse non ce l’avrei fatta. Ora ho un contratto e un piccolo alloggio: non è vicino a dove lavoro, ma per me è già un grande traguardo». Anche le passioni sono un tassello prezioso. Così Kruba è uno dei bomber dei Lions united Alba, la squadra di calcio che riunisce giocatori di molte nazionalità, un progetto in cui lo sport diventa anche inclusione.
La musica, però, rimane al primo posto, come prosegue il gambiano: «Il rap mi piace da sempre. Nel 2018, ho composto il primo pezzo: vorrei vivere di musica e arrivare ai livelli di artisti come Ghali o anche Capo Plaza». Aggiunge Clemzy: «È bello trovarsi, con gli amici, per fare musica. È un modo per esprimere ciò che abbiamo dentro e farlo arrivare alle altre persone. La canzone sul tema della casa è molto triste per me, ma era importante comporla».
Da percorsi simili, possono nascere amicizie durature. Arrivato in Sicilia, dopo la traversata partendo dalla Libia, Kruba ha incontrato Momodou Jallow, anche lui giovane gambiano. Le loro strade si sono unite. Momodou oggi lavora in Vaccheria e vive al Gallo con la sua compagna: un anno e sei mesi fa, sono diventati genitori. «Mi sono avvicinato al rap con Kruba. Prima lo accompagnavo in sala di registrazione: a un certo punto, ho messo coraggio e ho iniziato a cimentarmi con i primi pezzi», racconta Popmo, il nome d’arte di Momodou. Insieme a Clemzy, i tre hanno iniziato a collaborare per diversi brani, mantenendo ciascuno la propria identità artistica.

«Quando sono arrivato ad Alba, anche io ho vissuto in prima persona il problema casa. Ho dormito anche all’aperto, nella zona di corso Asti. Per fortuna, ci sono persone che hanno creduto in me. Oggi ho una famiglia, che adoro. C’è chi purtroppo non ha avuto le stesse occasioni». Anche Popmo gioca da tempo nei Lions, di cui è capitano: «Ho vissuto tante esperienze e vorrei raccontarle, per fare capire ai ragazzi che non bisogna rassegnarsi, qualsiasi cosa accada. La vita è importante e non va sottovalutata».
Francesca Pinaffo
