350 domande per gli alloggi popolari ad Alba, mentre Assemblea in movimento continua a chiedere un dormitorio e altre azioni

Il collettivo Assemblea in movimento ha avanzato una serie di proposte per dare supporto alle fasce più fragili, a partire dai senza tetto

Bra prolunga fino al 27 settembre il bando per le case popolari

ALBANon ci sono stati cambiamenti, nonostante le richieste e un bisogno oggettivo: il collettivo Assemblea in movimento è tornato in piazza per protestare contro l’Amministrazione comunale. Sotto il Municipio, il 29 aprile, gli attivisti hanno distribuito un volantino per denunciare la mancanza, nel dibattito politico, di soluzioni concrete per risolvere l’emergenza abitativa.

Il tema era già emerso, alcune settimane fa, in una lettera pubblicata da Gazzetta d’Alba. Venivano formulate cinque richieste specifiche, «a cui la compagine guidata da Alberto Gatto non ha dato risposte», come dicono da Assemblea in movimento. La prima riguarda l’apertura delle docce pubbliche di piazza Prunotto e la realizzazione di un deposito per i bagagli di chi non ha un tetto. Le docce, sistemate dalla Giunta Bo, sono state utilizzate solo per brevi periodi. Riprendono gli attivisti: «Lavarsi e conservare in sicurezza i propri beni sembrano gesti di poco conto, ma significano tanto per chi ha bisogno. Non comprendiamo perché le docce, nuove, non vengano messe a disposizione delle persone».

Le richieste 

Si torna anche a chiedere l’attivazione di un dormitorio comunale, dopo l’esperienza in via Ognissanti, dove sono stati messi a disposizione posti aggiuntivi durante l’inverno, fino a marzo. «Il centro di accoglienza della Caritas, in via Pola, ha una capienza di venti posti, insufficienti a ospitare tutti quelli che hanno la necessità di trovare un riparo dignitoso». La situazione dei senza dimora si somma a quella di chi una casa ce l’ha, ma vive in condizione di precarietà. Per questo, il Comune ha riaperto il bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia sociale gestiti dall’Atc, Agenzia territoriale per la casa (ne parliamo nell’articolo sotto).

Ad Alba le coperte non bastano: Assemblea in movimento chiede un dormitorio 3
Una delle proteste di Assemblea in movimento.

Per Assemblea in movimento, non è abbastanza: «Esiste un disagio abitativo meno evidente e impattante, ma diffuso: quello delle tante famiglie che attendono invano l’assegnazione di un alloggio popolare, che faticano a pagare affitti e mutui esorbitanti. Anche sul nostro territorio ricadono negativamente le scelte di una classe politica che ha rinunciato a promuovere il diritto all’abitare, lasciando che fosse il mercato a provvedere: ad Alba, visti i bisogni, chiediamo un cambio di rotta su questo fronte. Il Comune dovrebbe definire un piano di investimenti pluriennale, in attesa della Regione e di Atc. Non rifiutiamo a priori la costituzione di un’agenzia sociale per le locazioni, ma questa non può portare a eludere il compito prioritario: ripensare lo sviluppo della nostra città a partire dalla residenzialità pubblica».

Il gruppo conclude con un altro punto: «Chiediamo che venga riconosciuta la residenza virtuale a tutti coloro che ne hanno i requisiti, senza limitazioni numeriche e complicazioni burocratiche. Sarebbe un passo in avanti importante a livello di civiltà».

Per sostenere queste richieste, sono state raccolte circa 600 firme, consegnate in Municipio all’Ufficio protocollo il 4 marzo e indirizzate direttamente al sindaco Alberto Gatto: «Continuiamo ad aspettare una risposta».

Donatella Croce: «Serve un progetto sul lungo periodo»

«Prima di tutto, vorrei ringraziare Assemblea in movimento, che mantiene alta l’attenzione in città su questi temi, che stanno molto a cuore anche a questa Amministrazione»: lo dice Donatella Croce, assessora alle politiche sociali del Comune di Alba.

E prosegue: «Serve però essere consapevoli che il 79% dei contributi del consorzio socioassistenziale Alba, Langhe e Roero sono dedicati proprio all’emergenza abitativa. È necessario realizzare una progettazione di ampio respiro che tenga insieme esigenze diverse: questo richiede tempo e investimenti».

Rispetto alle richieste più specifiche del collettivo, «l’esperienza dell’accoglienza realizzata alla Macrino e in via Ognissanti ci ha dimostrato quanto sia importante riuscire a creare relazioni: vorremmo che anche la riapertura delle docce possa diventare un’occasione in questo senso e non un mero servizio di igiene pubblica».

Diverso è il punto di vista sul dormitorio: «Non sono d’accordo che ad Alba serva un servizio di questo tipo, perché molte delle persone accolte in via Pola, così come nello spazio in via Ognissanti, in realtà non dovrebbero stare in un dormitorio: hanno un lavoro e potrebbero pagarsi un affitto in autonomia. Più che un posto letto, dobbiamo immaginare soluzioni per assicurare loro situazioni più dignitose».

Croce aggiorna anche sul bando per gli alloggi popolari, indetto a livello comunale: «Nelle scorse settimane, è scaduto il tempo per presentare le domande. Ne sono pervenute 350: sono persone che ritengono di aver diritto a un’abitazione a canone di affitto agevolato, di proprietà dell’Atc». È un numero elevato, indice di un bisogno molto diffuso.

«Per la pubblicazione della graduatoria definitiva, servono una serie di fasi tecniche: in questi giorni, sono in corso le procedure di sopralluogo, cioè le verifiche delle abitazioni di chi ha dichiarato di vivere in spazi non adeguati. Gli operatori devono dunque accertarsi del reale stato di salute degli immobili. Se sarà confermata la situazione che hanno dichiarato, questi candidati avranno un punteggio maggiore. I risultati provvisori del bando verranno pubblicati a maggio e seguiranno i tempi necessari per presentare i ricorsi. I punteggi definitivi dovrebbero essere pronti per il prossimo settembre».  

 Marta Andolfi

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