Tra umanità e paesaggi, Elisa Pira racconta i viaggi in Sri Lanka e India

L’India non va amata e neppure odiata: bisogna comprenderla 3

ALEC Venerdì 23 maggio alle 21, l’associazione Alec ospiterà nella sua sede di via Vittorio Emanuele II 30, una serata speciale dedicata al racconto fotografico e umano di Elisa Pira, monfortese di origine e cittadina del mondo per vocazione.

Il titolo dell’incontro, “Dall’India allo Sri Lanka: sulla rotta delle spezie, attraverso progetti di volontariato”, anticipa già il cuore del viaggio, un percorso di due mesi all’insegna della scoperta, della solidarietà e dell’incontro con l’altro.

Tra le mete toccate da Elisa ci sono Goa, il Kerala e lo Sri Lanka, territori di straordinaria bellezza naturale ma segnati anche da profonde disuguaglianze sociali. Lontana dai percorsi turistici convenzionali, la protagonista ha scelto di vivere i luoghi attraverso le persone, impegnandosi attivamente in progetti di volontariato che l’hanno messa a contatto con realtà complesse e toccanti.

  • Elisa Pira ci ha raccontato i suoi viaggi, QUI la prima puntata

A Goa, tra spiagge da cartolina e contraddizioni quotidiane, Elisa ha condiviso il suo tempo con anziani in condizioni di fragilità e bambini cresciuti negli slum. In Kerala ha prestato servizio in due scuole elementari di Fort Kochi, città affacciata sulle famose backwaters e ricca di contaminazioni culturali. Infine, lo Sri Lanka, dove l’impegno sociale è proseguito con le Suore Missionarie della Carità, fondate da Madre Teresa di Calcutta, e con l’insegnamento dell’inglese ai bambini in un villaggio rurale. Attraverso una selezione di scatti e il racconto diretto delle sue esperienze, Elisa offrirà al pubblico uno sguardo autentico e umano su queste terre, alternando suggestioni visive a riflessioni maturate sul campo.

L’India non va amata e neppure odiata: bisogna comprenderla 1

Antropologa, insegnante e giornalista, Elisa Pira è una figura poliedrica e appassionata di diversità culturale. Poliglotta e curiosa, vive ogni viaggio come un’occasione per ascoltare storie e restituirle con sensibilità e rispetto, intrecciando immagini e parole.

Bruna Bonino

 

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