NON È UN PAESE PER GIOVANI Demòpolis per Famiglia Cristiana

“Interpellare i giovani per conoscere il volto del Paese. È il metodo più sicuro, attendibile, verosimile. Lo fa il settimanale Famiglia Cristiana, pubblicando un’indagine realizzata dall’istituto Demòpolis e relativa a tre aspetti: il futuro dei giovani, la situazione delle famiglie e la fiducia nelle istituzioni. Lo studio verrà distribuito su tre numeri del giornale – il primo è apparso la scorsa settimana –: per contribuire alla statistica, si potrà accedere al sito www.famigliacristiana.it e affrontare i quesiti proposti, diventando così opinionista.

I dati emersi dalla prima parte dello studio non confortano. Al 65 per cento dei giovani è capitato di svolgere un’attività lavorativa priva di retribuzione. Il fenomeno dello “sfruttamento camuffato” dilaga, perché i datori di lavoro, facendo leva sulla vulnerabilità, possono adottare meccanismi simili al ricatto. Un’analoga percentuale (il 67 per cento) degli interrogati pensa che uno studente occuperà una posizione sociale inferiore a quella dei genitori: l’istruzione non è più percepita cioè come leva di crescita sociale. Molteplici le motivazioni: dall’inadeguatezza del sistema universitario alle mancate riforme del lavoro, al basso investimento economico in alcuni settori. Infine, il 34 per cento del campione ritiene che nessuno sia capace di tutelare i giovani, e il 58 per cento risponde che l’unica istituzione in grado di proteggere sia la famiglia. La sensazione di supporto e difesa proviene dal legame di sangue piuttosto che dal meccanismo politico, e l’Italia mostra, dunque, tra le righe di queste opinioni, tutte le sue inquietanti manchevolezze.

Sulle strategie adottate dai giovani si assiste a una diffusa esterofilia. Come ha spiegato il direttore di Demòpolis, il professor Piero Vento, «il 41 per cento degli intervistati ritiene che andare all’estero sia l’unica opportunità per i laureati,maè difficile definire questa una speranza. Credo sia da tenere in forte considerazione la sensazione di abbandono». Inoltre, appena il 5 per cento del campione cita partiti o sindacati fra le figure di cui tenere conto, mentre solo il 3 per cento nomina Governo e Parlamento. Con l’avvento di Internet e dei nuovi media è facile reperire informazioni trascurate da giornali e telegiornali. E si alimentano così la sfiducia e l’esasperazione, due ingredienti all’apparenza deleterimaprecursori di nuove svoltemorali, sociali e – forse, prima o poi – politiche.

m.v.

Banner Gazzetta d'Alba