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Quasi 600 euro l’anno al fisco per ogni albese

Millennial generation, i giovani sono più poveri dei nonni

ALBA  «Il crollo delle Borse, le difficoltà di banche e imprese e i venti di guerra non mi lasciano tranquillo, ma devo ammettere che l’eliminazione della fastidiosa tassa sulla prima casa e il piccolo sconto sul canone Rai fanno iniziare l’anno con minor preoccupazione». Luigi è uno dei circa 10 mila albesi che nel 2016 non pagheranno più la Tasi sull’abitazione principale, risparmiando 100 euro. Un risparmio reale – che in alcuni casi arriverà anche a 200 euro – in quanto le altre imposte non subiranno incrementi, a meno di stravolgimenti da parte del Governo (che, seppure nell’ombra, starebbe pensando a un ulteriore rincaro dell’Iva) o della Regione, che di fronte al deficit finanziario potrebbe decidere, Sergio Chiamparino permettendo, di mettere mano a ticket sanitari e addizionali.

senza soldi

Non tutti i contribuenti però potranno tirare un sospiro di sollievo nell’anno appena iniziato. È il caso di Mara, moglie e mamma di due bimbi che, vivendo in affitto, non beneficerà dello sconto sulla prima casa e, anzi, dovrà far fronte a un carico fiscale superiore a quello del recente passato. «Pesano», afferma la donna, «la nuova tassa sui rifiuti e gli aumenti imposti dall’Amministrazione di Maurizio Marello».
Che c’è di nuovo?  Prima l’aliquota Imu sugli immobili diversi da prima casa, portata da 7,6 a 9,4 per mille, poi l’addizionale comunale Irpef, innalzata a seconda del reddito dallo 0,3 per cento allo 0,6 per cento. Balzelli che se al Comune hanno consentito di ovviare alla riduzione dei trasferimenti statali (calati nell’ultimo quinquennio di quasi 6 milioni di euro) alla famiglia di Mara sono costati circa «50 euro in più all’anno».
Anche le cifre del bilancio cittadino evidenziano nell’ultimo periodo un incremento della pressione fiscale. Dai dati relativi al conto consuntivo elaborati dal portale Open bilanci, partendo da quelli trasmessi dal Comune al Ministero delle finanze si evince che nel 2013 e nel 2014 ciascun albese ha pagato di tasse e imposte 567 euro (per un totale di 17,5 milioni), circa 100 euro in più rispetto al 2010, quando la media pro capite si era attestata a 471 euro (con un esborso totale di 14,7 milioni di euro). Il carico tributario degli ultimi due anni non è comunque il più elevato in assoluto, anzi: nel 2006 si erano raggiunti i 646 euro pro capite (per un totale versato di 19,5 milioni di euro), mentre nel 2012 si registrarono in cassa 19,9 milioni, vale a dire 639 euro per albese.
18 milioni nel 2016 Nel 2016, dai dati della relazione al bilancio preventivo, le entrate tributarie dovrebbero attestarsi a 18,1 milioni di euro, con una spesa pro capite media di 576 euro contro i 549 euro del 2015 (calcolati sulle imposte inserite nel preventivo 2015 pari a 17,2 milioni di euro). Quest’anno verranno incassati 6,9 milioni provenienti dal pagamento dell’Imu, 5,6 milioni dalla tassa sui rifiuti, 2,1 milioni dall’Irpef, 1,4 milioni dalla Tasi (che essendo stata abolita verrà rimpiazzata da un contributo statale di pari valore), 570 mila dall’imposta su pubblicità e diritti di affissione e 550 mila dalla tassa di occupazione del suolo pubblico. Sul fronte della spesa, l’Amministrazione destinerà alle uscite correnti 26,3 milioni di euro, di cui 14,2 per l’acquisto di beni e servizi e 6,8 per il personale. È bene precisare che per imposte (come Imu e Irpef) si intende un prelievo coattivo di ricchezza dal contribuente non connesso a una specifica prestazione da parte del Comune, viceversa le tasse vengono riscosse a fronte di uno specifico servizio di cui il cittadino ha usufruito.

Enrico Fonte

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