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“Cultura del tartufo” candidata a diventare patrimonio immateriale dell’umanità Unesco

Se il tartufo non è più quello di una volta

CULTURA DEL TARTUFO “Cultura del Tartufo” come Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Nella mattinata di lunedì 27 marzo la Commissione italiana, riunitasi al Ministero della cultura, ha votato all’unanimità la candidatura.

Il dossier sarà valutato nei prossimi mesi dall’organismo dell’Onu. L’iniziativa è stata seguita dal viceministro cuneese, Andrea Olivero, che sottolinea come ci siano buone probabilità che il riconoscimento venga ottenuto. E afferma: «Così valorizziamo un prodotto tradizionale per tante aree rurali del nostro Paese. Nel mondo, il tartufo è uno dei simboli più conosciuti della qualità Made in Italy. Aggiungiamo un nuovo tassello di promozione del nostro modello agricolo il quale si caratterizza per l’unicità del nostro saper fare, della nostra cultura, dei nostri prodotti»

Una tappa importante anche per il tartufo bianco di Alba.

Soddisfatto anche Alberto Valmaggia: assessore regionale all’Ambiente. «Da piemontese e da cuneese sono orgoglioso della candidatura, che si inserisce nel lavoro che, a livello di Regione, stiamo portando avanti per la valorizzazione del territorio. Il tartufo di Alba è l’ambasciatore nel mondo delle nostre terre e la sua promozione vuol dire anche promozione del territorio dal punto di vista paesaggistico. Una grande opportunità».

Il commento di Antonio Degiacomi

Il presidente del Centro nazionale studi tartufo commenta: «Il titolo esatto del dossier della candidatura italiana 2018 con valutazione nel 2019 è  “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”. Un lungo lavoro, partito da un’idea di Giacomo Oddero e dalla riunione dei Sindaci delle città del tartufo durante la nostra Fiera 2012, portato avanti dall’Associazione nazionale Città del Tartufo con il Centro nazionale studi tartufo con il supporto scientifico delle Università di Pollenzo e Siena, nonché del Mibact. La candidatura rappresenta un valore aggiunto utile per i territori del tartufo come Norcia, Cascia e Amandola in grande difficoltà dopo il sisma del 2016 per infondere fiducia in una ripresa sociale ed economica delle loro comunità.

 

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