POLITICA Il consigliere comunale William Revello è il nuovo segretario del circolo Alba-Roddi del Partito democratico. Succede a Claudio Tibaldi, segretario per 7 anni.
Revello, è più felice o più preoccupato?
«Mi fa molto piacere che questo mandato inizi a 10 anni dalla nascita del Partito democratico, un partito che deve assumere una nuova veste a livello territoriale con un diverso radicamento e un’attività più incisiva. Ecco perché la segreteria che immagino sarà caratterizzata dal “noi”, da un coinvolgimento di persone disponibili e competenti, per arrivare insieme ad approfondire le questioni ed elaborare un pensiero e una strategia politica».
Quali saranno le sfide da affrontare?
«Saranno molte e complesse e dovremo essere bravi a non cadere nella semplificazione dei populismi. Ecco perché ho parlato di difesa dei diritti, di tutela delle persone deboli e delle fragilità, ma anche di valorizzazione delle competenze, dell’impegno, del merito. A partire dalla scuola, dal lavoro, dal coinvolgimento dei giovani, dalla partecipazione politica, dall’Europa, sulla quale investire anziché prendere le distanze».
È soddisfatto di questi otto anni e mezzo di Amministrazione Pd ad Alba?
«Vorrei che il nostro fosse sempre più un partito che aiuti ad approfondire quello che l’Amministrazione Marello sta facendo e gli effetti benefici sulla città. Spesso li sentiamo raccontare da chi viene da fuori, rischiando di non vederli noi o, più subdolamente, di volerli negare. Alba è una città sicura, dove è bello vivere e dove si creano posti di lavoro, una città vivace, come dimostrano i molti eventi o le migliaia di turisti. Una città solidale, capace di includere le persone più fragili»
Il Pd degli ultimi anni ci ha abituato a slogan a volte semplici, altre semplicistici, lei ne ha uno?
«Più che slogan, ho usato la dimensione della speranza, che deriva dalla mia formazione cattolica, ma che è anche profondamente laica. Credo che occorra tornare a guardare con fiducia al futuro. Il futuro è uno spazio che i nostri figli potranno abitare se noi lo sapremo costruire, con responsabilità e rispetto».
Marcello Pasquero