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I tre verbi per chi ha fede nella risurrezione

UN PENSIERO PER DOMENICA – 1° APRILE – PASQUA

Le letture bibliche di Pasqua sono relativamente brevi. Per trasmettere il messaggio più importante della storia non servono lunghi giri di parole: bastano parole precise, capaci di orientare la nostra fede. Possiamo sottolinearne tre.

Guardare il sepolcro vuoto. È quanto hanno fatto, il mattino di Pasqua, prima Maria Maddalena, poi, allertati da lei, Pietro e Giovanni. La narrazione di Giovanni (20,1-9) esprime bene la frenesia di quel mattino: tutti sono agitati, tutti corrono, tutti vogliono vedere, anche se ancora non capiscono.

La notizia choc che ha scatenato tutto questo è stata la vista del sepolcro vuoto. Cos’è successo? Nessuno lo sa; nessuno era là, in quel momento. Nel cristianesimo, in cui praticamente tutto è radicato nella storia e documentato, l’evento più importante è senza testimoni. Mentre molti erano fisicamente presenti nel momento della morte di Gesù, nessuno ha assistito alla sua risurrezione.

Gli unici dati storici a nostra disposizione sono il sepolcro vuoto e la testimonianza di chi ha detto di averlo visto risorto e vivo. Ecco allora il secondo verbo.

I tre verbi per chi ha fede nella risurrezione

Ascoltare i testimoni: persone che fin da subito hanno creduto alla risurrezione. Di fronte alla risurrezione ci sono soltanto due possibilità: o si crede o non si crede. Nella Messa di Pasqua ci viene proposto il discorso di Pietro davanti al centurione romano Cornelio, un pagano fortemente interessato alla nuova fede (At 10,37-43). Le sue parole sono chiarissime: «Noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute… Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che apparisse a testimoni prescelti».

La fede nella risurrezione muove i primi passi sulla spinta dei testimoni e si regge su questa catena di testimonianze che da duemila anni non si è mai interrotta, giungendo fino a noi.

Cercare le cose di lassù. L’invito dell’apostolo Paolo ai Colossesi (3,1-4) è molto chiaro: se Gesù è risorto cambia tutto, la terra non è più tutto, la vita di questo mondo, per quanto importante, non è più l’unico orizzonte della nostra vita.

Chi ha seguito questo invito ha visto cambiare in meglio la propria vita. Magari ha sperimentato la verità delle parole del Salmo 117: «La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo».

Questo può servire da consolazione e stimolo per chi constata che la Pasqua sta diventando una festa di minoranza. Ma anche pochi testimoni possono essere un motivo di gioia e di speranza per molti.

Lidia e Battista Galvagno

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