Con Paolo Tibaldi scopriamo le origini del termine piemontese “Cotin”

Tutti abbiamo un amico Blagheuȓ: scopriamo il significato di questo termine

Cotin: Sottana, gonna

Parliamo di un indumento che oggigiorno possiamo associare alla donna, ma non sempre così è stato, proprio per la sua etimologia, antica e varia.

Se qualcuno pensa che possa essere il diminutivo di còta, effettivamente non sbaglia, ma andiamo con ordine cercando di capire, grazie al Repertorio Etimologico Piemontese, quali sono le radici di questa singolare parola. Nell’inglese moderno coat è il cappotto. Bisogna però sapere che in celtico, Kot significa copertura; dal germanico Kotta è il mantello di lana grezza che, attraverso il latino medievale COTTUM (mantello, veste) ha prodotto il francese cotte (tunica): nel linguaggio militare indica la veste di maglia di ferro dei cavalieri. Terminando con il più recente italiano dotto con cotta, veste liturgica dei sacerdoti nonché abito talare, quello lungo e scuro che, oltre a caratterizzare don Camillo e don Matteo, suscita ricordi di quando si andava a servire messa.

Vi faccio una confidenza: ricordo con piacere alcuni compiti che, in veste di chierichetto, desideravo svolgere più di ogni altro. Il primo era suonare le campane; non soltanto per la musica prodotta ad ampia diffusione, quanto più per il fatto che il contraccolpo delle corde sollevavano il fortunato da terra fino ad un paio di metri, una sensazione che null’altro era in grado di dare. Oppure il grande piacere di poter gestire il turibolo, uscire dalla sacrestia e farlo oscillare, fumante, con stile proverbiale. E terminata la celebrazione, appena dietro l’altare precipitarsi a recuperare quel bastone con il cappuccetto per spegnere le candele più in alto: un momento che credevo magico pensando a chi, dalle navate, vedeva spuntare quell’attrezzo da dietro l’altare, come fosse una marionetta favolosa. Per quanto il contesto prevedesse atteggiamenti composti, in realtà volavano botte da orbi per potersi aggiudicare quei compiti.

Ma tornando al cotin, bisogna senz’altro fare presente quali siano i modi di dire più coloriti legati a questa parola. Sté sempe tacà aj cotin, è sinonimo di essere mammone. Mentre core apress aj cotin vuol proprio dire rincorrere le donne; lo fanno i cotiné, coloro che, non troppo nobilmente, possiamo definire donnaioli.

Paolo Tibaldi

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