Sisi, Sipi e Siar avviano la fusione: sul ciclo idrico è subito polemica

Servizio idrico: il “Alpi Acque” e “Alse” sulla gestione delle società miste

SERVIZI PUBBLICI Nel Consiglio comunale di martedì 31 luglio la polemica è divampata tra maggioranza e opposizione in seguito alla ricognizione sulle società partecipate dal Comune (tredici, più Fingranda e Lamoro da cui il Municipio ha deliberato un’uscita ancora non effettiva). La riportiamo, in quanto segnala un tema importante per la gestione della vita pubblica. Il capogruppo forzista Carlo Bo ha esordito: «Il Comune di Alba vanta partecipazioni a valore nominale per 6,2 milioni di euro in varie società; per Apro, Ente turismo ed Egea indica addirittura il presidente. Ma quante volte abbiamo visto i responsabili illustrare in commissione o in Consiglio le strategie aziendali? A mio parere dovrebbe diventare un obbligo convocare in audizione i presidenti, tenuto conto della rilevanza della partecipazione».
Bo ha affondato il colpo: «Abbiamo “scoperto”, ad esempio, che il 28 giugno Sisi (Società intercomunale per i servizi idrici) e Sipi (Società intercomunale per il patrimonio idrico) hanno deliberato la fusione per incorporazione. Dal punto di vista istituzionale avrebbero dovuto rendere nota la decisione da assumere in assemblea. Le strategie devono essere spiegate dai responsabili delle aziende a cui il Comune partecipa, non dal sindaco. Peraltro, se questa fusione sarà propedeutica alla gestione unica dell’acqua pubblica, significa che il disegno era delineato da tempo». Il consigliere ha infine concluso: «È inammissibile che i consiglieri di un Municipio che possiede il 42 per cento delle quote di Sisi e il 27 per cento di Sipi vengano a conoscenza della fusione tra le due società a cose ormai fatte».
Abbiamo chiesto chiarimenti al presidente di Sisi, Gianpiero Moretto: «Sisi è la società consortile che gestisce la depurazione dell’acqua con l’impianto di Govone, operando per 26 Comuni, oltre a seguire l’intero ciclo idrico a Santo Stefano e Cossano Belbo. Sisi era un ente unico con Sipi fino al 2007. Quest’ultima è una società di capitale interamente pubblico, partecipata dai Comuni per i quali svolge l’attività di amministrazione del patrimonio immobiliare destinato al servizio idrico integrato. I soci sono quaranta».
Moretto prosegue: «Sisi, Sipi e Siar (società che gestisce la fognatura a Pocapaglia e in alcune zone di Bra), hanno deliberato la fusione per incorporazione per un motivo molto semplice: la riforma Madia impone ai Comuni di non essere soci di più di una società per il servizio idrico. Oltre 20 Municipi di Sisi hanno quote in Sipi, mentre Bra e Pocapaglia sono azioniste anche in Siar: per questo la fusione è diventata un obbligo più che una scelta. Il passaggio a un gestore unico per il ciclo idrico è invece un orizzonte a cui guardiamo, ma per ora è importante mettersi in regola con la riforma Madia».
Infine il presidente di Sisi tranquillizza Bo: «Il processo di fusione per partire dev’essere deliberato dai vari Consigli di amministrazione delle società coinvolte, solo in seguito spetta ai Municipi deliberare. Tutto è avvenuto quindi nella massima trasparenza. Sono convinto che si possa arrivare alla fusione effettiva entro la fine del 2018, ma questo dipenderà dalla velocità nel deliberare dei Consigli coinvolti».
Marcello Pasquero

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