La Tav e l’Asti-Cuneo per rilanciare il Piemonte

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CANALE Si è svolto domenica scorsa nella chiesa di San Giovanni l’incontro “La Tav e l’Asti-Cuneo per rilanciare il Piemonte”. Sono intervenuti Mino Giachino (leader di Si tav Si lavoro) e i politici Marco Francia, Giovanni Monchiero, Marco Perosino e Mariano Rabino.

Giachino ha così delineato la situazione: «Siamo nel 2019 e scopriamo che in 19 anni, dall’inizio del nuovo millennio, siamo cresciuti meno degli altri Paesi: il Piemonte, in particolare, ha perso ritmo e spinta propulsiva. Qualsiasi idea innovativa va a Milano e non a Torino, il calo del Pil pro capite crea problemi nel lavoro. La crescita è il nostro primo obiettivo. Facciamo la battaglia per la Tav perché, senza, il Piemonte sarà sempre tagliato fuori, ma non basta, perché comunque verrebbe conclusa nel 2029. Dobbiamo trovare soluzioni presto, perché un territorio mal collegato non può crescere».

Monchiero ha poi evidenziato: «Per gli errori fatti in passato ognuno ha le sue colpe. Per l’Asti-Cuneo già nel 2012 i sindaci del territorio si erano spesi per ridimensionare il progetto. Sono passati sette anni e nulla è stato fatto e, per questioni di pagamenti, la ditta al lavoro non si è mossa: è questo il problema e non c’è ministro che possa risolverlo».

Forti le accuse di Rabino: «Credo che questo Governo non faccia bene al Paese. È necessario avere proposte credibili: non c’è un piano di lavoro». Allineato agli interventi precedenti, il senatore Perosino ha affermato:«Questa settimana ci saranno due mozioni sulla Tav, una di Forza Italia e una del Partito democratico. È follia fare certi ragionamenti dicendo no alla Tav: ovviamente, credo che sia necessaria».

A concludere la giornata un colpo di teatro giunto dal pubblico. Giorgio De Giorgis, candidato a sindaco di Alba per il Movimento 5 stelle, ha dichiarato: «Sulla Tav il Movimento 5 stelle continuerà a battersi, ma perderemo la battaglia: il vero motivo della Tav è fare un favore ai francesi; per l’Asti-Cuneo i signori intervenuti in questa occasione non ammettono che, a causa dei pedaggi troppo cari, non verrà usata».

Francesca Gerbi

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