Finte donazioni a enti religiosi, i Carabinieri sgominano la banda

Cosa significa scegliere di affidare i propri soldi a una banca etica?

Una parroco di Cuneo, una casa di riposo gestita dalle suore Carmelitane a Saluzzo e un abboccamento con un convento dello stesso ordine a Marene, questi gli sviluppi cuneesi, al momento noti, della serie di truffe (86 in tutta la penisola) portate avanti da un’organizzazione specializzata nel raggiro di enti caritativi cattolici (nella rete 14 parrocchie, altrettanti conventi e 2 scuole gestite da religiosi).

L’epilogo nei giorni scorsi quando i Carabinieri di Torino (distaccamento Oltre Dora) hanno eseguito 12 misure cautelari (4 gli imputati finiti in carcere) sgominando l’intera banda e la rete di fiancheggiatori, capaci di mettere a segno colpi per un ammontare di 400mila euro.

L’attività degli investigatori ha permesso di acclarare il modus operandi della banda: spacciandosi per dipendenti di enti locali (Comuni, Regione) i malviventi colpivano le istituzioni, religiose e non, beneficiarie di sovvenzioni pubbliche. Ottenuta la fiducia della vittima, dopo un primo contatto scattava la richiesta di versamento di una somma in denaro (importi compresi fra i 2 e i 16mila euro) a titolo di risarcimento per un presunto errore di calcolo che aveva comportato il versamento di un contributo superiore a quello dovuto da parte dell’ente erogatore (il pagamento, dicevano, era necessario evitare future esclusioni dalle sovvenzioni). Le cifre “restituite” venivano caricate su carte prepagate intestate a prestanome (ricompensati per i servigi con il 20% dell’ammontare della transazione), a capo dell’organizzazione una donna, nome in codice “Zia” capace di gestire un gruppo ben organizzato che poteva vantare “commerciali” addetti di call center (appositamente costituiti per contattare le vittime) e fiancheggiatori.

Davide Gallesio

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