Alba prima in turismo mentre Cuneo arretra

Il turismo cresce a due cifre nel 2016: Alba è ora una meta per tutto l’anno

TURISMO La Regione certifica il primato nella Granda, con un incremento di ventimila presenze
Ai tavolini di un locale in piazza Duomo, alle 11 di mattina dell’ultima settimana di maggio, c’è un clima da vacanza. Tutti i posti sono occupati da turisti stranieri: ci sono coppie di mezza età, ma non mancano le famiglie con bambini piccoli. Alcuni sono tedeschi e altri sono svizzeri, come spiegano al cameriere.

Se fino a qualche anno fa ad Alba il turismo si respirava solo in autunno, oggi qualcosa è cambiato ed è sufficiente fare due passi in centro per rendersene conto. In particolare, il picco di visitatori dal centro Europa, nei giorni a cavallo tra maggio e giugno, ha una spiegazione: in molti Paesi, come la Germania, la Svizzera e il Belgio, si festeggia l’Ascensione. Un po’ come per gli italiani a Pasqua, si coglie l’occasione per qualche giorno fuori casa, magari nella città più turistica del Cuneese.

È proprio questo il primato che spetta ad Alba secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio turistico della Regione, relativi al 2018. Il successo delle colline Unesco era già evidente ad aprile, quando sono stati resi noti i flussi turistici per distretti: con 363.441 arrivi e 803.600 presenze (pernottamenti), l’Atl di Langhe, Monferrato e Roero risultava la migliore in termini di crescita, con un incremento del 7,3 e del 7,1 per cento rispetto al 2017. Ora sono stati pubblicati i dettagli delle singole province e dei Comuni, calcolati in base all’affluenza registrata negli hotel, nei bed&breakfast, nei residence, negli agriturismi e nelle altre strutture ricettive. Nella Granda, tra i centri che hanno più di 5 esercizi, Alba risulta la più turistica, come nel 2017, ma con un ulteriore incremento: le presenze totali, infatti, sono passate da 199.302 a 218.918. La crescita riguarda sia i visitatori italiani che stranieri, ma in particolare questi ultimi sono aumentati di 10mila unità, con 121.944 presenze registrate nel 2018. Se si guarda agli italiani, invece, si sono contate 96.974 presenze. Da notare anche il tempo medio di permanenza, da sempre cruccio degli addetti ai lavori, che è passato da una media di 2,21 a 2,24 giorni.

Se si guarda al secondo e al terzo posto della classifica della Granda, c’è stato un rovesciamento rispetto al 2017. Frabosa Sottana, grazie alle piste da sci, si è aggiudicata nel 2018 la medaglia d’argento, con 138.719 presenze e una crescita di 24mila unità rispetto all’anno precedente, che riguarda soprattutto gli italiani. Con questi numeri ha preso il posto di Cuneo, retrocessa in terza posizione, con un 2018 che non chiude in positivo, con 105.604 presenze totali: 30mila in meno rispetto all’anno precedente.

Guardando al territorio di Langhe e Roero, Bra rimane stabile in quinta posizione, con una lieve crescita nelle presenze totali, che sono passate da 71.554 a 75.356, con una permanenza media di 2,14 giorni (nel 2017 era 2,01). Buone performance anche per Cherasco, in nona posizione con 47mila presenze, e per La Morra, in decima posizione con 44.500. Tra i venti Comuni più turistici della Granda, ci sono anche Monforte e Barolo. Per il Roero, il primo a comparire nella classifica è Guarene, al ventesimo posto, con 25mila presenze totali.

Francesca Pinaffo

Carbone: cerchiamo di trovare buone strategie per accogliere famiglie con bambini nei mesi estivi

Commentiamo i dati regionali con Mauro Carbone, direttore dell’ente turismo Langhe, Monferrato, Roero.

Dal convegno Food&wine di Grinzane i dati del turismo enogastronomico 1
Mauro Carbone, direttore dell’Ente turismo

Carbone, Alba si conferma la città più turistica della Granda: a che cosa deve il successo degli ultimi anni?

«Oltre alla bellezza e all’offerta dei luoghi dal punto di vista naturalistico ed enogastronomico, sono state attuate una serie di strategie che hanno dato i loro frutti e che per questo vanno potenziate. Prima di tutto, la diversificazione dei mercati, sulla quale è importante continuare a lavorare. In secondo luogo, la competitività delle imprese: abbiamo puntato su un turismo di qualità, con strutture ed esperienza di alta gamma e dobbiamo mantenere questo livello. In terzo luogo, il concetto di destagionalizzazione, cercando di attrarre i visitatori non soltanto in autunno o a metà primavera, ma tutto l’anno».

In effetti siamo quasi in estate e il centro di Alba parla soprattutto tedesco.

«Merito della festa dell’Ascensione, che ha portato molti turisti dal centro Europa in città, approfittando del ponte vacanziero. Il prossimo picco arriverà con il Corpus Domini, con i visitatori dai Paesi scandinavi. Questi movimenti la dicono lunga sul tipo di strategia da adottare: pianificare eventi non in base al nostro calendario, ma in base alle ricorrenze del resto d’Europa. E poi dobbiamo tenere più conto delle esigenze dei visitatori. Per esempio, come Atl abbiamo recentemente lanciato un bando per trovare realtà che si occupano di animazione per bambini proprio nel periodo tra luglio e agosto: se i piccoli albesi vanno al mare, abbiamo invece altre famiglie che scelgono di trascorrere quei mesi tra le colline Unesco e dobbiamo presentarci con una giusta offerta».

Alba è proiettata verso il turismo straniero?

«Sì, perché sono gli stranieri che ci permettono di coprire tutto l’anno, mentre gli italiani per il momento si focalizzano sulla Fiera internazionale del tartufo e su Vinum».

Quali strategie per Langhe, Roero e Monferrato?

«In realtà valgono le stesse strategie attuate su Alba, perché ragioniamo su un discorso di territorio. Dal punto di vista turistico, anche se il marchio Langhe rimane più noto, per chi arriva ad Alba non c’è differenza tra destra e sinistra Tanaro. Anche perché il nostro è un turismo non statico: ci si muove tra paesi, per esempio per il trekking o per visitare cantine. Se si guarda ai dati della Regione, i paesi del Roero registrano meno presenze perché hanno meno strutture: i posti letto della sinistra Tanaro rappresentano circa il 15 per cento di quelli della nostra area».

Per quanto riguarda il tempo di permanenza, è cresciuto di poco nell’ultimo anno: è un problema?

«L’importante è che non sia sceso. Inoltre abbiamo smesso di considerarlo un aspetto negativo: il nostro è un turismo enogastronomico e non possiamo aspettarci una permanenza sul territorio di una settimana, come potrebbe essere in una località di mare».

LOCAZIONI BREVI: VERSO IL CODICE IDENTIFICATIVO CONTRO L’ABUSIVISMO

La lotta all’abusivismo nel settore turismo sembra giunta a un punto di svolta, grazie a un emendamento al “decreto crescita”, secondo il quale, entro tre mesi, dovrà essere assegnato un codice identificativo a tutte le strutture ricettive, compresi gli immobili destinati alle locazioni brevi. Il codice dovrà essere pubblicato in tutte le forme di comunicazione rivolte al pubblico.

Una unica banca dati istituita presso l’Agenzia delle entrate registrerà così ogni attività dedita all’accoglienza turistica, permettendo l’emersione di quei soggetti che fino ad oggi hanno operato in situazioni opache e borderline.

Il riferimento è implicito: piattaforme come Airbnb negli ultimi anni hanno vissuto un incremento esponenziale, con privati che aprono le proprie abitazioni all’ospitalità, senza tuttavia rispondere ai requisiti richiesti a tutti gli operatori ufficiali. Questa operazione consentirà di migliorare l’offerta turistica, realizzando un mercato più trasparente, a tutela dei consumatori, dei lavoratori, delle imprese, delle comunità locali e dell’erario.

Commenta Elisabetta Grasso, direttore del Consorzio turistico Langhe Monferrato Roero: «Accogliamo con piacere l’annuncio del ministro Gian Marco Centinaio riguardo all’inserimento del provvedimento riguardante il codice identificativo contro l’abusivismo per le locazioni brevi.

Sollecitiamo da tempo, insieme a Federalberghi e agli albergatori della Provincia, l’applicazione del codice e l’iscrizione alla banca dati presso l’Agenzia delle entrate per gli affitti brevi. Questo permetterà di censire finalmente tutte le attività di accoglienza e consentirà di evitare eventuali evasioni fiscali o elusioni. Si tratta di un emendamento che contribuirà in modo significativo a contrastare la concorrenza sleale che attualmente penalizza le strutture turistiche con regolare licenza, garantendo una maggior trasparenza nel settore della ricettività, con un beneficio a vantaggio sia degli operatori che lavoreranno con regole più eque per tutti, che degli ospiti che rischiano di essere accolti in strutture non dotate di adeguata professionalità e accoglienza».

Un nuovo boom atteso da ottobre: si registreranno i visitatori Airbnb

Proviamo a cercare su Airbnb – il noto portale on-line che mette in contatto persone alla ricerca di un alloggio o di una camera con chi ha uno spazio da affittare per brevi periodi – una sistemazione di tre giorni ad Alba o nell’immediato circondario. Se mettiamo come data l’ultimo fine settimana di luglio, ci sono circa 120 sistemazioni disponibili, con un prezzo compreso tra 60 e 150 euro a notte. A ottobre, in pieno periodo fieristico, gli alloggi sono circa 150, per tutti i prezzi disponibili.

Questi numeri non sono verificabili, perché non esiste un censimento delle camere presenti su Airbnb, nonostante la sua diffusione, come spiega Mauro Carbone: «Nei dati della Regione, mancano le camere e gli alloggi presenti su Airbnb. Si tratta di affitti brevi, soggetti a una diversa normativa rispetto al settore alberghiero. Così non esiste un censimento di queste strutture e in generale c’è poca chiarezza. Per esempio, dovrebbero pagare la tassa di soggiorno al Comune ma non tutte espletano a questo obbligo». E si tratta di cifre importanti, investite nel comparto dell’accoglienza: nel 2016 erano 232.281 euro, saliti a 276.690 nel 2018.

Il cambiamento avverrà dal primo ottobre, quando entrerà in vigore la normativa regionale sull’extralberghiero, la cui applicazione è stata rinviata per anni: «Per la prima volta anche chi affitta camere su Airbnb dovrà comunicarlo al Comune, che lo inserirà in un apposito database. Anche le presenze in città saliranno, visto che si terrà conto di queste sistemazioni: sarà una piccola rivoluzione all’interno del sistema, alla quale lavoreremo con il nuovo assessore al turismo». Di certo gli albesi, ma anche gli abitanti di Langhe e Roero, hanno capito le opportunità che offre il turismo dal punto di vista imprenditoriale: «Se togliamo Airbnb, abbiamo circa 850 strutture ricettive tra Alba, Langhe e Roero. In particolare Alba, insieme a Torino, è l’unica del Piemonte a superare i 100 esercizi, con una crescita dell’offerta di circa il 5 per cento all’anno».

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