Tutti possiamo fare qualcosa, già con la spesa

GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE Il sistema d’allarme è suonato e questa volta non rimane inascoltato. È mobilitazione generale, invasione di campo e corteo permanente. L’emergenza climatica sembra risvegliare gli animi delle maggioranze mentre pochi sono i negazionisti e gli indifferenti residui.

Tutti possiamo fare qualcosa, già con la spesa

Il 5 giugno, durante la Giornata mondiale dell’ambiente, centinaia di realtà hanno lanciato grida di convocazione delle masse, appelli o iniziative. Ad esempio da Slow Food, il cui attivista Oliviero Alotto dichiara dalla Groenlandia: «La cosa più impressionante che sto toccando con mano in questi giorni va ben oltre i peggiori allarmi degli scienziati: non solo perdiamo 428 chilometri cubi di ghiaccio l’anno, ma quello che ancora resiste è gravemente malato, indebolito dal calore che penetra nelle fessure e che si insinua in profondità. Sapevo che la situazione fosse critica, ma certo non mi aspettavo un tale disastro».

Alotto corre lungo un percorso esteso oltre 200 chilometri sulle terre nel Nord del mondo un tempo ricoperte da ghiacciai. Non lo fa per intento sportivo o agonistico, ma per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi climatica che investe tutte le latitudini e raccogliere fondi a favore di un progetto Slow Food in Africa (per maggiori informazioni www.slowfood.com). Che fare dunque? Di fronte al dramma non tutti devono compiere imprese eroiche, si può combattere a partire dalla propria quotidianità. Basti pensare che la produzione industriale di cibo causa il 21 per cento delle emissioni clima-alteranti e che l’agricoltura è il principale settore responsabile dell’inquinamento da ammoniaca e da altri composti azotati, che a loro volta inquinano l’aria e riducono la resa delle colture.

Conclude Alotto: «Quando andiamo a fare la spesa usiamo la testa, non limitiamoci a un gesto passivo che ha come unico criterio di scelta il 3×2. Indirizziamo le nostre scelte, influenziamo il sistema produttivo, perché un prodotto che paghiamo poco ha in realtà costi ambientali e sociali altissimi che paghiamo tutti: è la chimica impiegata per combattere gli infestanti e aumentare la produzione, sono additivi e conservanti, gli ingombranti imballaggi in plastica, è il sistema distributivo che fa viaggiare alimenti in tutto il mondo».

Valerio Giuliano

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