Un viaggio che fa riscoprire le radici della fede cristiana

PELLEGRINAGGIO  Siamo Beatrice, Chiara, Marco, Giuseppe e Beatrice e desideriamo raccontare quanto vissuto dal 12 al 21 agosto in Terra Santa. Accompagnati dalla responsabile della Pastorale giovanile diocesana albese, suor Maria Paola Gasperini, da don Federico Suria e don Federico Boetti, abbiamo partecipato a un pellegrinaggio organizzato dalla Pastorale giovanile e vocazionale della diocesi di Mondovì, con 50 giovani.

Il cammino è iniziato dal Monte Tabor, luogo della Trasfigurazione; qui abbiamo animato la Messa presieduta dal vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli. Il suo augurio ci ha trasmesso lo spirito giusto per iniziare il nostro itinerario tra le vie di Nazareth, città dove è vissuta la Sacra Famiglia. Nei giorni successivi, siamo giunti sul Lago di Tiberiade: attraversandolo in battello ci ha svelato i suoi suoni, gli stessi che Gesù sentiva. Abbiamo raggiunto il Monte delle Beatitudini, dove Gesù parlò alla folla; per poi visitare Cafarnao, antica città dove sorgeva la casa di Pietro. Salutata la Galilea, siamo giunti alle porte di Gerusalemme. Abbiamo recitato il Padre nostro nella grotta sottostante l’odierna chiesa del Pater; abbiamo camminato tra gli ulivi del Getsemani, rivissuto la passione di Cristo percorrendo la via Dolorosa fino al Santo Sepolcro, dove abbiamo potuto contemplare il mistero della Risurrezione. Nella città santa abbiamo respirato i profumi delle sue vie, percepito i suoi rumori e suoni, compreso il richiamo del muezzin.

Un viaggio che fa riscoprire le radici della fede cristiana

 

Siamo entrati in contatto con la popolazione locale: ascoltando padre Jamal Khader presso la parrocchia arabo-cristiana di Ramallah siamo venuti a conoscenza della controversia tra palestinesi e israeliani. Inoltre, abbiamo sperimentato la presenza sul territorio dell’importante associazione Parent’s circle, fondata da un genitore israeliano e un genitore palestinese accomunati dalla perdita delle rispettive figlie a causa del conflitto. Le loro voci ci hanno trasmesso speranza nelle generazioni future e il loro impegno affinché in quelle terre possano regnare la pace e il dialogo tra i popoli.

Abbiamo camminato nel deserto attraverso il Wadi El-Kelt per giungere a Gerico e abbiamo rinnovato le promesse battesimali sulle rive del Giordano. Infine, abbiamo visitato il sito archeologico di Qumram, dove sono stati ritrovati manoscritti antichi, per poi goderci un tuffo a –430 metri sotto il livello del mare tra le acque del Mar Morto. Ultima, ma tra le tappe più importanti per comprendere le radici della nostra fede, è stata la giornata trascorsa a Betlemme, la visita alla basilica della Natività e al santuario del Gloria in Excelsis dove il lieto annuncio venne affidato a degli umili pastori. Qui abbiamo incontrato le suore del Verbo incarnato e alcuni dei loro 35 bambini orfani con disabilità: il potere della musica e del canto ha strappato loro attimi di serenità.

Abbiamo potuto camminare sulle tracce del Signore, abbiamo toccato e siamo stati toccati dai luoghi dove lui ha vissuto, camminato, parlato e guarito. Sono stati giorni intensi di approfondimento per la nostra fede, condivisi con tanti altri ragazzi. Il cammino ci ha permesso di mettere in discussione noi stessi, le nostre vocazioni; in alcune situazioni abbiamo incontrato la fatica, il caldo, la stanchezza, ma grazie alla contagiosa energia del gruppo che ci ha accolti, l’entusiasmo e il desiderio della scoperta non ci hanno mai abbandonati.

La Terra Santa ha fatto sì che potessimo vivere emozioni forti, giorni pieni di bellezza e spiritualità e ci ha permesso di tornare alle nostre case con una luce nuova da trasmettere a chi questa esperienza non ha potuto viverla.

Un incontro per raccontare le esperienze giovanili in Terra Santa e a Marsabit è previsto mercoledì 11 alle 21, in Seminario. Chi volesse visitare la Terra Santa può aggregarsi al pellegrinaggio di Gazzetta con la guida del vescovo Brunetti, dal 21 al 28 novembre.

Le testimonianze dei ragazzi

QUI SI PUÒ TOCCARE Stanchezza a tratti intensa. Tanta fatica. Tanto sole che a volte picchiava forte. Tanti chilometri fatti. Ma poi… Poi capisci di essere nel posto dove è successo tutto, nel posto da dove parte il nostro credo e la nostra speranza, capisci di essere hic. E allora pensi che in fondo cosa possono essere migliaia di passi fatti su sentieri e strade che emanavano calore, se poi le mete sono il Monte Tabor, il Lago di Tiberiade, il Monte delle Beatitudini e il deserto (solo per citarne alcune)?

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Qui è un trionfare dei sensi: toccare le pietre dove Gesù mangiò, pianse sangue ma soprattutto la pietra del Sepolcro. Vedere i luoghi della predicazione di Gesù. Sentire i suoni del Mare di Galilea. Odorare le vie di Gerusalemme. Attraverso questi quattro sensi la Terra Santa offre linfa vitale. Attraverso la testimonianza di chi ha avuto il privilegio di essere pellegrino in questi luoghi si può far gustare a chi è rimasto a casa la forza che viene emanata dalla grotta dell’Annunciazione, dal Santo Sepolcro, dal Golgota. Pregare in questi luoghi ti porta in un’altra dimensione, a tu per tu, in un dialogo senza filtri.

m.p.

UN CAMMINO CONDIVISO Grazie Gesù per avermi fatto camminare sulle tue tracce. Sono stati giorni pieni di vita in cui ho sperimentato come il silenzio possa parlare durante il cammino e possa aiutare a dare ascolto alla tua presenza in mezzo a noi. Percorrere i luoghi della tua vita, accompagnati dall’ascolto della tua parola, mi ha fatto provare emozioni forti, mi ha permesso di toccare, accrescere la mia fede in te e sperimentare l’amore grande con cui ti sei donato a noi.

Ti ringrazio per la grande opportunità che mi è stata data di conoscere tanti giovani entusiasti della vita con cui ho potuto condividere questa meravigliosa esperienza che porterò sempre dentro di me. Grazie per aver sostenuto chi ci ha guidato nella visita, nella preghiera, nella riflessione e ha permesso che questo viaggio avvenisse. Ora, aiutami a essere testimone del tuo amore e a portare la tua luce in famiglia, con gli amici e in mezzo alle persone che incontrerò sul mio cammino.

 b.

IN ASCOLTO DEL SILENZIO Prima di partire ero un po’ spaventata perché non conoscevo nessuno. Ma, dopo poche ore, sono stata smentita! Ho scoperto persone bellissime, che ci hanno accolti senza difficoltà. All’inizio sapevo già che sarebbe stata una bella esperienza, perché tutte le persone che ci vanno sono contentissime, ma grazie a tutti voi, penso sia stata l’esperienza e il viaggio più bello che io abbia mai fatto.

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I posti che abbiamo visitato li ho veramente vissuti. Ho provato tantissime emozioni. Era bellissimo quando leggevamo il passo del Vangelo inerente al posto. In alcuni luoghi, tra cui il Monte Tabor, il Santo Sepolcro e il Primato di Pietro, mi sono talmente emozionata che mi venivano le lacrime agli occhi! Ho avuto l’opportunità di capire un po’ di più cosa significa vivere il Vangelo. Grazie ai momenti di meditazione abbiamo potuto ascoltare il silenzio. Infatti, durante la camminata nel deserto, mi sembrava impossibile come non si sentisse neanche volare una mosca. Ho potuto pensare alla mia vocazione, parlare con me stessa e con Gesù. Pregavo e affidavo i miei pensieri e le fatiche che stavo vivendo.

Le molte camminate hanno reso ancora più vero il pellegrinaggio e ci hanno fatto ripercorrere i passi di Gesù.

Ringrazio per tutti i momenti passati insieme, per i canti nelle piazze, per i momenti di meditazione e per aver conosciuto e vissuto la terra dell’hic!

c.

NULLA È PIÙ COME PRIMA Come ogni albero per crescere bene ha bisogno di affondare le sue radici nella terra buona, così un cristiano ha bisogno di affondare le sue radici nella terra di Gesù. Il pellegrinaggio in Terra Santa è stato questo: mettere i piedi fisici e del cuore sulle orme di Gesù. Una profonda esperienza spirituale che ha segnato la mia vita umana, il mio essere alla sequela di Gesù. Non sarà più come prima. Grazie a tutti per la semplicità e la profondità del nostro pellegrinare, nella gioia e nella fatica. Un grazie ai ragazzi di Alba per la loro tenacia, un grazie ai ragazzi di Mondovì per la loro gioia e accoglienza… Un grazie  ai don, Federico Boetti e Federico Suria, perché hanno creduto nella bellezza di un sogno.

m.p.

HO COMPRESO IL VANGELO Signore, ti ringrazio per questi giorni in Terra Santa che mi hanno aiutato a comprendere meglio il Vangelo. Ti ringrazio per i momenti di silenzio e meditazione. Scavando dentro me stesso ho riscoperto una nuova spiritualità e illuminato il mio cammino di cristiano.

Ti ringrazio per le esperienze vissute e le persone incontrate. Toccare con mano queste realtà mi ha fatto aprire gli occhi, ho visto la sofferenza ma anche la forza delle persone e ho capito quanto ci sia bisogno di preghiera nel mondo.

Ti ringrazio per questo fantastico gruppo, per il dono che mi hai fatto di conoscere questi nuovi amici. Porterò nel cuore momenti ed emozioni condivisi.

g.

LO SCATTO PER RIPARTIRE Torni a casa dalla Terra Santa con la testa e il cuore pieni di tante esperienze e, appena arrivi a casa, ti rendi conto che ci vorrà del tempo per metabolizzare. Già dopo due giorni, capisci che non puoi vivere la tua vita come prima: è partito qualcosa dentro di te, uno slancio, uno scatto. Ti sembra quasi che possa ripartire tutto dal preciso istante in cui hai calpestato la terra che ha calpestato Gesù, in cui hai solcato le stesse onde del lago che Gesù ha attraversato, in cui hai toccato le pietre che lui ha toccato, in cui hai osservato quello che Gesù ha visto con i suoi stessi occhi. Puoi ripartire da capo, senza lasciare indietro nulla, portandoti nel bagaglio tutte le tue esperienze, più o meno belle, e, insieme a  esse, qualcosa in più: l’emozione di aver rivissuto quello che hai sempre solo letto e sentito raccontare! E l’emozione più grande è poterla riprovare ogni volta che pregherai, canterai e leggerai del tuo Signore.

b.

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