Con Paolo Tibaldi scopriamo perché partorire in piemontese si dice “Caté”

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Caté: Acquistare, comprare, acquisire, partorire

Camminavo per le vie di Alba in attesa dell’orario di visita in ospedale e un conoscente, avendomi incrociato per la terza volta in mezz’ora, mi dice scherzoso: stai cercando le parole in piemontese? Leggo sempre i tuoi articoli. Rispondo ironicamente che non scrivo soltanto articoli, ma anche qualche preposizione. Ci auguriamo buona giornata e intanto approfitto per pensare alla prossima parola. Penso a quanto sia singolare il destino del verbo caté, comprare. Sappiamo il suo significato, sappiamo che viene inserito in alcune frasi irriverenti che ammortizzano un’offesa.

Vate caté ‘n cassù (vai a comprarti un mestolo), è il suggerimento che si dà a qualcuno quando lo si vuol mandare “a quel paese”. Nella peggiore delle ipotesi, costui tornerà da voi con un mestolo; nella migliore, non si farà più vedere. Ci sono intere abitazioni colme di mestoli acquistati.

E se un modo di dire ci ricorda che il mondo è sempre stato mes da caté e mes da vende (metà da acquistare e metà da vendere), in Piemonte caté non significa solamente acquistare, ma porta con sé un altro significato, molto meno commerciale e decisamente più umano. Quando una donna è in prossimità del nono mese di gravidanza, si dice che a ȓ’ha da caté, deve partorire. Quando poi il parto è avvenuto, si dice che a ȓ’ha catà. Alcuni piemontesi, anche in italiano si ostinano a dire “ha comprato” per intendere un parto, non senza suscitare smarrimento nell’interlocutore.

Oltre al Piemonte, questo verbo ha lo stesso doppio significato in un’altra regione piuttosto distante: la Sicilia. Anche in quest’ultima, infatti, quando una donna mette al mondo un bambino, si utilizza il verbo “accattau”. L’etimologia è latina dal verbo captare, ovvero ottenere, afferrare, prendere, che si dirama poi nelle due accezioni di cui abbiamo fatto menzione.

A questo ho pensato, in attesa dell’orario di visite in ospedale. Sì, perché dovevo andare a trovare due grandi amici, Michele e Malu, che hanno messo al mondo la piccola Greta. Quale migliore occasione dunque per pensare alla parola caté. Auguri alla nuova vita e ai suoi genitori!

Paolo Tibaldi

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