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Basta latino! E più educazione civica e sport

Docenti restii ad attuare un nuovo modello d’insegnamento adeguato alle attuali generazioni: più attività artistiche e sociali all’interno delle scuole

La breve vicenda di Marta e delle fragilità dei giovani 1

ISTRUZIONE / 2 Per il 49,4 per cento, la metà circa del campione intervistato da Gazzetta d’Alba, il periodo scolastico «più brutto o che ricorda con meno piacere» è quello delle scuole medie; un terzo, circa il 39 per cento, non ha amato molto le superiori e il 10 per cento le elementari. Il triennio delle medie si configura come più problematico, non solo per il periodo evolutivo critico, ma soprattutto dal punto di vista delle relazioni con gli altri studenti e gli insegnanti.

Il sondaggio prosegue con la domanda: «Pensi che l’attuale livello formativo per i giovani studenti sia efficace?». Ben il 69 per cento dice «no»: una netta maggioranza desidera cioè cambiare questo sistema d’istruzione.

Perché simili risposte? Spiega un lettore: «Il livello formativo si è molto abbassato. Sono scarse le competenze dei docenti ad attuare un nuovo modello d’insegnamento adeguato alle attuali generazioni. Un esempio: nella scuola primaria l’esperienza sovente non accompagna la conoscenza e i laboratori informatici non sono sfruttati a causa della scarsa formazione dei docenti (le lavagne elettroniche sono usate come meri proiettori)».

Inchiesta: la scuola e i ragazzi

Proseguono le opinioni: «Credo che la scuola sia troppo nozionistica. Si pone troppo poco il focus sullo sviluppo dell’emotività, dell’empatia, delle risorse umane individuali, oltre che sullo sviluppo degli strumenti necessari per affrontare situazioni quotidiane basilari, come la capacità di comprensione della situazione socio-politico-economica in cui si vive».

Se così è, come dovrebbe essere modificata l’istruzione? «Quali materie dovrebbero essere eliminate e quali invece essere inserite?», abbiamo chiesto ancora. Dice un lettore: «È inutile studiare latino dicendo che sviluppa la logica. Si insegni piuttosto il pensiero logico, l’elaborazione delle informazioni espresse anche in forma grafica. Inoltre, si va dalla preistoria alla storia contemporanea ben tre volte: alle elementari, alle medie e alle superiori. Il risultato? Non si finisce mai il programma, arrivando al più alle guerre mondiali e tralasciando anni importantissimi per il nostro Paese, ossia la seconda parte dello scorso secolo». E un altro rincara: «Andrebbe reinserita l’educazione civica, che deve diventare parte integrante del programma. Inoltre, rafforzerei l’educazione fisica: lo sport è fondamentale per la crescita di un ragazzo e in Italia lo sottovalutiamo».

Citiamo ancora: «Andrebbero incrementate le attività artistiche e sociali all’interno delle scuole; oppure: «Chi insegna l’empatia? Chi prepara a elaborare i lutti, a condividere le emozioni e i dolori? Nelle scuole dovrebbe esistere un allenamento spirituale per l’evoluzione delle coscienze e dei rapporti umani, oltre che della gestione dell’aggressività».

v.g.

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