I monologhi dialogati dell’uomo delle prove: il libro di Marco Brovia

I monologhi dialogati dell’uomo delle prove: il libro di Marco Brovia 4

ALBA «A chi, negli anni, mi ha prestato cuore, mani e voce perché io potessi lasciare il mio segno sulla carta». Si apre con una dedica Tra le righe. Monologhi dialogati, l’ultimo libro dell’albese Marco Brovia, morto quest’estate dopo una vita dedicata alla creatività, agli incontri, alla condivisione di idee e di progetti. Nato nel 1977, diversamente abile dalla nascita, Marco era «l’uomo delle prove», come lo ricorda la mamma Renata, che insieme al papà Gian e a un gruppo di amici, poi cresciuto anno dopo anno, quarant’anni fa ha gettato le basi dell’associazione di volontariato La carovana, che oggi coinvolge un centinaio di persone con disabilità in attività ricreative.

«Marco è sempre stato un vulcano di idee: appena superata una prova, se ne poneva un’altra. In particolare, la scrittura, la musica e il teatro sono sempre state le sue grandi passioni». In campo teatrale, negli ultimi quattordici anni è stato presidente e sceneggiatore della compagnia teatrale Gli instabili. Ha inciso due dischi, insieme ad amici musicisti, in particolare la violoncellista Simona Colonna. «Era curioso di conoscere il lavoro che c’è dietro alla nascita di un disco, così trasformammo casa nostra in uno studio di registrazione», dice Renata con un sorriso. E a proposito della scrittura, forse è stata proprio questa la costante della sua vita: «Fin da piccolo, ha sempre dimostrato un’attrazione per le parole, per i loro suoni e per la loro complessità. Gli piaceva ascoltare le persone che gli trasmettevano sensazioni positive ed esprimersi». Così è nata una lunga serie di diari, per raccogliere i pensieri di Marco, scritti su quaderni colorati dai suoi amici, che negli anni hanno portato avanti questa raccolta in continuo divenire. A un certo punto è arrivata Francesca Innocenti, entrata nel mondo della Carovana grazie al servizio civile, per poi diventarne parte integrante. Proprio insieme a lei è nato Tra le righe. Monologhi dialogati, che è stato presentato venerdì 15 novembre.

Nelle prime pagine, è Marco che ne spiega la nascita: «Io parlo, comunico e scrivo in maniera non convenzionale e sento spesso il bisogno di dare voce ai miei pensieri. Provate ad avere in testa un insieme di idee ingarbugliate, poesie che danzano confuse, domande da porre, opinioni da dare, canzoni da scrivere e non riuscire a esprimerle subito con le parole. Io però sono fortunato. Intorno a me ci sono state e tuttora ci sono persone speciali capaci di raccogliere e custodire i miei pensieri vaganti, di domandare e ascoltare fino a pronunciare con la loro voce ciò che volevo dire». Ecco il motivo del sottotitolo Monologhi dialogati: pensieri intimi nati dal dialogo e dalla condivisione. Un libro di poesie con immagini evocative, quasi ermetiche, ma anche di pensieri e impressioni. «In queste pagine, c’è tutto Marco», dice chi lo conosceva bene. Si passa dalla musica a ragionamenti sul concetto di autonomia, dalle sensazioni al coraggio, ma ci sono anche versi dedicati a elementi naturali come l’acqua, a figure femminili o altre esperienze autobiografiche.

Fondamentali anche le fotografie, di Enzo Massa e Roberto Tibaldi. «Marco ha scelto tutto di questo libro, dalle immagini ai dettagli dell’impaginazione. Persino la scaletta dei relatori della presentazione: Francesca, Simona, Massa e Tibaldi, presentati da Giovanni Tesio, tutte persone con le quali abbiamo condiviso parti importanti di cammino». Perché in fondo dal libro e dalla vita di Marco l’aspetto più evidente che emerge è l’importanza delle relazioni umane, con tutti gli amici che oggi continuano a portare avanti i suoi progetti. «Io amo le mie persone», si legge in una delle poesie. E in fondo è la chiave di tutto.

Francesca Pinaffo

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