La rivoluzione dei campi nomadi: la vuole il leghista Fabrizio Ricca

L’Italia si è già dotata della Strategia d’inclusione di rom, sinti e caminanti 2012-2020 per uscire dall’approccio d’emergenza, puntando invece su educazione, occupazione, alloggio e assistenza

L’ASSESSORE REGIONALE alla sicurezza, il leghista Fabrizio Ricca, propone il disegno di legge Norme in materia di regolamentazione del nomadismo e di contrasto all’abusivismo, che punta a rivoluzionare il mondo dei campi rom. L’idea dell’assessore? «Se sono nomadi, si devono spostare»; la sua intenzione è di porre le basi per «il superamento del concetto di campo stanziale», dice. Si dovrebbe passare, invece, alla creazione di apposite aree di transito, nelle quali le persone che decidono di richiedere l’accesso sono chiamate a pagare utenze e sosta, a dichiarare generalità, a fornire documenti dei mezzi di trasporto e a dotare di microchip gli animali domestici.

La rivoluzione dei campi nomadi: la vuole il leghista Fabrizio RiccaSecondo l’assessore Ricca un campo così concepito dovrebbe essere controllato, sicuro e pure videosorvegliato: un’apposita smart card ne dovrebbe decidere l’accesso. L’assessore ha spiegato: «Dal Piemonte stiamo facendo partire una rivoluzione che diventerà un punto di riferimento per il resto del Paese. Con questa legge ci lasceremo alle spalle i problemi di convivenza che ogni giorno ci vengono denunciati dai cittadini che abitano vicino agli insediamenti nomadi e faremo nascere nuove aree pensate per il nomadismo, che sostituiranno completamente le vecchie. Si tratta di aree che vanno incontro alle esigenze di sicurezza e dignità che gli stessi rom hanno diritto di rivendicare e ottenere. Controlli tramite videosorveglianza, sicurezza nel conoscere chi accede, servizi dignitosi forniti grazie al pagamento delle utenze da parte di chi soggiorna nell’area sono solo alcune delle novità che vogliamo introdurre. È nostra intenzione rivoluzionare radicalmente l’approccio a questo tipo di realtà e con questa legge pensiamo di aver centrato l’obiettivo».

Inchiesta: la Regione vuole cambiare i campi nomadi

Il tempo massimo di permanenza, secondo Ricca, sarebbe fissato in tre mesi, con eccezioni per le famiglie con minori, che potranno restare fino alla fine dell’anno scolastico. C’è ovviamente già chi si chiede che destino avranno i ragazzi in quello successivo. Inoltre, calando la proposta di legge sull’esempio albese, viene da domandarsi come la si possa applicare, visto che da oltre 25 anni si discute, senza essere mai arrivati a una soluzione, dello spostamento del campo Pinot Gallizio. E quali potrebbero essere le aree di transito, visto che in cinque lustri non ne è stata individuata nemmeno una?
Le risposte dovranno arrivare dalla Giunta regionale, che sarà chiamata ad approvare il disegno di legge e, poi dal Consiglio regionale.

Marcello Pasquero

Banner Gazzetta d'Alba