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Tartufo bianco d’Alba solo nel Piemonte sud

Fiera del tartufo di Alba: si è chiusa una straordinaria 88ª edizione 1

IL CASO “Tartufo bianco d’Alba” o no? Il sindaco di Alba Carlo Bo contro l’avvocato Roberto Ponzio e il senatore Marco Perosino. Ponzio, dalle colonne di Gazzetta d’Alba, si è espresso nelle scorse settimane contro il mantenimento dell’indicazione per la legge allo studio nella Commissione agricoltura di Senato e Camera.

Legittima difesa: cosa è cambiato
L’avvocato albese Roberto Ponzio.

«Se “tartufo d’Alba” diventasse esclusivamente il nome volgare del tartufo bianco di qualità italiano sarebbe una grave sconfitta per il nostro territorio. Bisognerebbe evitare la volgarizzazione del nome e perseguire una strada diversa, che consenta all’area – di fatto l’unica legittimata a fregiarsi del nome “tartufo d’Alba” – di sviluppare politiche di marketing, facendo leva sull’autenticità del prodotto, in modo che il nostro tuber diventi un valore aggiunto. Bisognerebbe lavorare sulla creazione di marchi collettivi locali», aveva spiegato Ponzio.

Sulla medesima lunghezza d’onda il senatore e sindaco di Priocca Marco Perosino: «Concedere la dicitura “d’Alba” a tutti i tartufi bianchi raccolti in Italia abbasserebbe il valore del prodotto a favore dell’aumento di quello delle altre regioni italiane. E sarebbe un vulnus al valore ambientale, turistico ed enogastronomico di Alba. Ho contattato trifolao, ristoratori, trasformatori, esperti e amministratori. Tutti sono in disaccordo sulla possibilità di concedere la denominazione “d’Alba” a livello nazionale. La proposta sensata è “tartufo bianco d’Italia” per i magnatum Pico e la dicitura “d’Alba” come denominazione Igp e/o marchio collettivo, concesso al Piemonte sud».

Marcello Pasquero

Il sindaco: «La normativa funziona  e non vedo il motivo per cambiarla»

Una posizione, quella espressa da Ponzio e Perosino, contro cui si esprime però il sindaco  di Alba Carlo Bo, che il 19 ottobre scorso ha convocato oltre 50 sindaci del territorio a difesa della dicitura “d’Alba”: «Con i colleghi e il Centro studi nazionale tartufo ci battiamo per difendere la denominazione “d’Alba” contro una modifica che porterebbe soltanto confusione e incertezze. La normativa in vigore ha dimostrato di funzionare bene dal 1970 a oggi e non vedo il motivo di cambiarla». Bo si rivolge in modo indiretto a Perosino: «Faccio un appello ai parlamentari del territorio, perché ci affianchino nella difesa del tartufo bianco d’Alba. Immaginare di creare nuove Dop o Igp è avventuroso, perché il tuber magnatum Pico è un prodotto particolare ed è impossibile stilare disciplinari d’origine».

Il sindaco di Alba Carlo Bo: «Ecco quanto farò entro il mio mandato»Per il sindaco il percorso verso sottozone, Igp o Dop potrebbe affossare il prestigio della nostra trifola: «Entro febbraio convocherò una riunione con tutti gli attori del “sistema tartufo” per affrontare le sfide della valorizzazione e difesa del tuber magnatum Pico. Un percorso da fare tutti insieme per non vanificare il lavoro di promozione del marchio realizzato in tanti anni e con molti sacrifici».

Un appello all’unità  che sarà ora accolto?

NUOVI MARCHI POTREBBERO AFFOSSARNE IL PRESTIGIO

Secondo il sindaco di Alba Carlo Bo, «il percorso verso la creazione di nuovi marchi potrebbe affossare il prestigio della trifola nostrana. La sfida è invece quella di garantire la qualità del prodotto presente sul mercato, mettendo in pratica dei controlli rigorosi su tutti i tartufi venduti durante la Fiera albese, pensando pure all’ambiente: rimboschimento e tutela del patrimonio naturale delle nostre colline».

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