Unesco: nel 2021 la cerca del tartufo sarà candidata a Patrimonio culturale immateriale dell’umanità

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UNESCO Il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha approvato a maggioranza, la candidatura della cerca e cavatura del tartufo a patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Candidatura che sarà presentata al Segretariato Unesco entro il 31 marzo. Ecco i tre progetti che rappresenteranno l’Italia.

 

  1. “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”, candidatura che valorizza un patrimonio che da secoli caratterizza la vita rurale di ampie porzioni del territorio italiano. La pratica riunisce conoscenze vaste, incentrate sulla profonda conoscenza dell’ambiente naturale e dell’ecosistema, ed enfatizza inoltre il rapporto tra uomo e animale, riunendo le abilità del tartufaio e quelle del suo cane. Si tratta di una tradizione secolare, tramandata attraverso storie, aneddoti, pratiche e proverbi che raccontano di un sapere che riunisce vita rurale, tutela del territorio e alta cucina.
  2. “Tocati, a shared programme for the safeguarding of traditional games and sports”, candidatura transnazionale relativa al Registro delle Buone Pratiche della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale con capofila l’Italia e comprendente Belgio, Cipro, Croazia e Francia, che intende tutelare i giochi antichi, radicati nella vita quotidiana delle comunità e rientranti a pieno titolo in quelle pratiche sociali in grado di diventare espressioni della vita quotidiana, di riti e contesti festivi comuni ad ampie aree di Europa.
  3. “Lipizzan horse breeding traditions”, candidatura transnazionale con capofila la Slovenia e comprendente, oltre all’Italia, Austria, Bosnia, Croazia, Ungheria, Romania e Slovacchia. L’allevamento del cavallo Lipizzano rappresenta un complesso patrimonio di conoscenze e pratiche tramandatesi nel corso dei secoli nelle aree politicamente e geograficamente assoggettate all’influenza asburgica. Dalla creazione della razza nel 1580 presso la città di Lipica, nell’odierna Slovenia, il cavallo Lipizzano si è diffuso in tutti i paesi dell’impero austro-ungarico, implementando infrastrutture, architetture e saperi che continuano ancora oggi.

 

Il Presidente Franco Bernabè nell’esprimere apprezzamento per il fattivo contributo dato dalle amministrazioni partecipanti alla CNIU alla definizione delle candidature ha sottolineato l’importanza che in questo difficile momento riveste la difesa e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale immateriale e ha espresso l’impegno della CNIU perchè il percorso avviato con questa decisione arrivi a compimento con successo.

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