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Coronavirus, la protesta dei medici famiglia: “Protezioni negate”

Fimmg: "La nostra vita per lo Stato non vale il costo di una mascherina"

Coronavirus, la protesta dei medici famiglia: "Protezioni negate"

SANITA’   Oggi devo dire addio a un amico, che come tutti noi medici di famiglia è stato scaricato dalle istituzioni ed è morto da solo. La sua morte per la burocrazia non vale il costo di una mascherina. Siamo pronti a chiudere gli studi che non sono parte dei Livelli essenziali di assistenza”.

Lo scrive il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Silvestro Scotti secondo il quale la mancata relazione tecnica a un emendamento ha bloccato la possibilità per i medici di base per avere la forniture dei dispositivi di protezione per fronteggiare l’epidemia da Covid-19. L’intervento di Scotti arriva dopo l’ennesimo decesso di un medico di famiglia contagiato.

“Il collega deceduto è Giovanni Battista Tommasino, classe 1959, originario di Castellammare di Stabia”, riferisce il segretario della Fimmg sottolineando che l’emendamento al Cura Italia mirava a chiarire che la fornitura dei dispositivi di protezione individuale doveva essere estesa ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai farmacisti.

“La Fimmg – scrive Scotti in una nota – considera inaccettabile la decisione della Ragioneria dello Stato”. E spiega che ieri è arrivato il parere negativo all’emendamento 5.1 a prima firma Paola Boldrini (Pd), al Decreto Cura Italia, depositato in commissione Bilancio del Senato. Un emendamento che Fimmg aveva fortemente voluto: “Il testo mirava a chiarire che la fornitura dei dispositivi di protezione individuale doveva essere estesa ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai farmacisti.

Professionisti fino ad oggi, e a questo punto anche domani, lasciati nel limbo delle interpretazioni amministrative che, vedendoli come lavoratori autonomi, devono provvedere autonomamente a queste forniture”. In proposito il segretario della Federazione ricorda che l’approvvigionamento dei Dpi nelle quantità necessarie è quasi impossibile. “Ma, a quanto si apprende – riferisce Scotti – la Ragioneria, nel rinviare il parere del ministero della Salute, si è espressa in maniera contraria per la mancanza di una relazione tecnica utile a quantificare gli oneri finanziari prodotti da questa modifica”.

“Mi chiedo – dice – quanto valga per lo Stato la vita di un medico”. “Senza strumenti – prosegue – la pandemia non si affronta, e la situazione peggiorerà se e quando si allenteranno i contenimenti. Tutto ricadrà proprio sulle cure primarie, dove il contagio potrà riprendere il suo corso e creare nuovi focolai”. Scotti infine preannuncia la decisione di procedere con una richiesta al Garante affinché “si chiudano gli studi dei medici di famiglia, che non sono parte dei Livelli essenziali di assistenza. Non siamo intenzionati a contare i nostri morti stando zitti”.

 

(ANSA)

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