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Lockdown possibile senza troppi sforzi per quasi la metà dei lettori

Il 45 per cento delle persone che hanno risposto al nostro sondaggio ritiene «facile» il periodo di confinamento dovuto al Covid-19: sette su dieci vivono in abitazioni con giardini e spazi adeguati

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QUARANTENA/1 In questa inchiesta lasciamo la parola ai lettori, vogliamo costruire un giornalismo che sappia rendersi testimone del periodo storico e sociale attraversato dalla comunità. Per questo le ricerche di Gazzetta d’Alba hanno nel tempo indagato i temi legati a fede, terrorismo, paura, istruzione. Ora, mentre l’emergenza sanitaria impone la quarantena, abbiamo cercato di capire come le persone stiano abitando le case, i tempi e gli spazi quotidiani. Non solo per conoscere i vissuti, ma anche per dare la possibilità di esprimere emozioni impreviste. Abbiamo ricevuto risposte dettagliate attraverso 120 questionari compilati su gazzettadalba.it.

Il periodo di distanziamento sociale ha coinciso con un momento facile o difficile? Alla prima domanda il 45% ha risposto di giudicare il lockdown «facile», mentre per oltre la metà, il 55%, la mobilità interrotta risulta «difficile». La qualità di un periodo di fermo quale l’attuale dipende da fattori interiori (capacità di gestire ansia e stress, interessi culturali, flessibilità nell’adattamento), ma anche materiali: chi abita in una villa o dispone di un giardino può apprezzare la pausa e vivere l’abitazione come un rifugio, a differenza di chi abita una mansarda o un piccolo appartamento senza balcone.

I nostri interlocutori pare appartengano a categorie più agiate o vivono la quotidianità delle aree rurali: il 72% dichiara di «avere spazio sufficiente per muoversi, fare sport, trovare tempo per la privacy e per lavorare in tranquillità». Se poi si chiede se il tempo della quarantena è stato trascorso in solitudine o con altre persone, uno su cinque, il 21%, risponde «da solo», mentre il 79% dichiara di aver avuto compagnia.

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Dopo questo quadro, abbiamo tentato di capire quanto sia aumentato il livello di stress – ed è così per tutti – durante il periodo di limitazione delle libertà individuali: le risposte si distribuiscono in modo piuttosto omogeneo nella scala da 1 a 10, evidenziando come non siano dunque soltanto i fattori materiali a incidere sulla qualità di vita. Contano anche la capacità o meno di gestire la sofferenza, le risorse emotive, l’esistenza di situazioni di pregressa difficoltà, aggravate dalla pandemia in corso.

Roberto Aria

INCHIESTA: TUTTI SOTTO STRESS

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