QUARANTENA/1 In questa inchiesta lasciamo la parola ai lettori, vogliamo costruire un giornalismo che sappia rendersi testimone del periodo storico e sociale attraversato dalla comunità. Per questo le ricerche di Gazzetta d’Alba hanno nel tempo indagato i temi legati a fede, terrorismo, paura, istruzione. Ora, mentre l’emergenza sanitaria impone la quarantena, abbiamo cercato di capire come le persone stiano abitando le case, i tempi e gli spazi quotidiani. Non solo per conoscere i vissuti, ma anche per dare la possibilità di esprimere emozioni impreviste. Abbiamo ricevuto risposte dettagliate attraverso 120 questionari compilati su gazzettadalba.it.
Il periodo di distanziamento sociale ha coinciso con un momento facile o difficile? Alla prima domanda il 45% ha risposto di giudicare il lockdown «facile», mentre per oltre la metà, il 55%, la mobilità interrotta risulta «difficile». La qualità di un periodo di fermo quale l’attuale dipende da fattori interiori (capacità di gestire ansia e stress, interessi culturali, flessibilità nell’adattamento), ma anche materiali: chi abita in una villa o dispone di un giardino può apprezzare la pausa e vivere l’abitazione come un rifugio, a differenza di chi abita una mansarda o un piccolo appartamento senza balcone.
I nostri interlocutori pare appartengano a categorie più agiate o vivono la quotidianità delle aree rurali: il 72% dichiara di «avere spazio sufficiente per muoversi, fare sport, trovare tempo per la privacy e per lavorare in tranquillità». Se poi si chiede se il tempo della quarantena è stato trascorso in solitudine o con altre persone, uno su cinque, il 21%, risponde «da solo», mentre il 79% dichiara di aver avuto compagnia.
Dopo questo quadro, abbiamo tentato di capire quanto sia aumentato il livello di stress – ed è così per tutti – durante il periodo di limitazione delle libertà individuali: le risposte si distribuiscono in modo piuttosto omogeneo nella scala da 1 a 10, evidenziando come non siano dunque soltanto i fattori materiali a incidere sulla qualità di vita. Contano anche la capacità o meno di gestire la sofferenza, le risorse emotive, l’esistenza di situazioni di pregressa difficoltà, aggravate dalla pandemia in corso.
Roberto Aria
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