Scopriamo il significato profondo del termine piemontese “Ambission”

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Ambission: Ambizione, intraprendenza, orgoglio, voglia di riuscire, di farcela

La parola di oggi potrebbe farci incappare in un trabocchetto. Perché ambission (con la “o” che si legge “u”) significa sì ambizione, ma non soltanto, anzi si incanala in una netta forma mentis che sfocia nell’intraprendenza, nell’orgoglio e nella voglia di farcela.

Nel corso della storia, il termine “ambizione” ha subìto in tutte le lingue una variazione di significato abbastanza considerevole, a volte contrapposta. Basti pensare che il drammaturgo W. Shakespeare, in una celebre opera fa accusare di ambizione Giulio Cesare da parte di Bruto, suo acerrimo nemico, nonché omicida: “Il nobile Bruto vi ha detto che Cesare era ambizioso. Se così è stato, fu certo una grave colpa […]”. In quel caso “ambizioso” aveva connotazione negativa, tendente all’odierno “presuntuoso”.

Oggi ambission possiamo assolutamente dichiararlo un valore alto, non sempre esprimibile a parole, che muove l’individuo affinché vengano realizzati i suoi desideri e riconsegni a sé stesso la dignità che giustamente merita.

Essere ambissios molto spesso significa rischiare (arzighé), significa osare (ancalesse), significa lavorare sodo senza farlo pesare agli altri (rusché). Il Piemonte ne sa qualcosa di questo modo di vivere e di pensare, giacché l’educazione al lavoro e sacrificio vige da molto tempo e porta i suoi vantaggi a chi non vuole la gallina oggi a tutti i costi. Chi non ha in mente alcuni personaggi della zona? Noti imprenditori che, con costanza e tenacia, hanno costruito un impero e tirato su la testa. Cosa li contraddistingue? Che non se ne vanteranno mai! Infatti, a braccetto dell’ambission piemontese, va quell’atteggiamento che gli inglesi chiamano understatement e gli italiani chiamano basso profilo.

            Un gruppo di persone note dei dintorni di Alba, si trovava a sciare in una località piemontese dove convergevano molti benestanti dal nord Italia; tutti a ostentare ricchezza, lusso, prestigio e ceto sociale. Uno di questi langhetti certamente più benestanti di altri boriosi avventori, sussurra al proprio gruppo: Bele sì veuȓo fesse tuti voghe che conto, e ‘nvece noi beicoma chi ch’o ȓ’è ëd meno. (Qui vogliono tutti farsi vedere che contano e noi siamo qui a vedere chi è di meno). Ecco cos’è l’ambission, la grande differenza tra essere e avere. E la consapevolezza inconscia di preferire la prima.

Paolo Tibaldi

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