Santarè, dalla fragilità nascono le canzoni

Intervista esclusiva a Filippo Cavallo, frontman della band, "premio Gazzetta d'Alba" al Radio Alba Festival 2020

Santarè, dalla fragilità nascono delle canzoni
Santarè (Ph. Luisa Puntelli)

MUSICA Per i piemontesi, “Santarè” è Sant’Eligio, una frazione di Monforte d’Alba, ma soprattutto è il titolo di una storia di vita fatta di musica per quattro ragazzi che, in questo suggestivo centro della Langa del Barolo, nel 2001 danno vita a questo interessante progetto musicale.

Un gruppo che oggi vede coinvolti Filippo Cavallo (voce, pianoforte e chitarra acustica), Andrea Gorga (basso), Massimo Lorenzon (batteria) e Andrea Bergesio (fonico e producer), e che negli anni ha saputo proporsi al pubblico grazie ad un EP autoprodotto nel 2009, al debut album “Ad occhi aperti nel buio” e a concerti di grande prestigio come quello a Collisioni, in apertura agli statunitensi Blonde Redhead nella suggestiva cornice del “Monfortinjazz” e a Irene Fornaciari per la notte bianca della città di Alba. Il gruppo ha anche vinto il premio Gazzetta d’Alba nel corso dell’ultimo Radio Alba Festival.

Oggi, con un nuovo disco in dirittura d’arrivo e tanta carne al fuoco nonostante il difficile momento che sta attraversando il mondo della musica, siamo andati a bussare alla porta del deus ex machina del gruppo Filippo Cavallo.

 

LA BIOGRAFIA

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Filippo Cavallo, frontman dei Santarè (Ph. Stefania Spadoni)

Filippo Cavallo, classe 1977 (ha spento 43 candeline lo scorso 11 agosto), originario di Monforte d’Alba, Filippo Cavallo si innamora giovanissimo della musica sull’onda dei tormentoni pop che impazzavano in radio nei primi anni Ottanta.

È però a cavallo tra gli ‘80 e i ‘90, dopo il tradizionale approccio con il mondo delle cover, che Filippo esordisce ufficialmente dietro il microfono con i Marylineiguai, band punk noise di cui molti ricordano ancora oggi le sonorità graffianti, protagonista di una scena Cuneese in quegli anni decisamente dinamica e ricca di talenti.

Nel 2001 nascono i Santarè, con i quali si toglie la soddisfazione di calcare palchi importanti come quelli di Collisioni e Monfortinjazz, di incidere un album “Ad occhi aperti nel buio”, di collaborare con il Maestro Gabriele Roberto e la “Sofia Philarmonic Orchestra” e vedere un brano “Libero” scelto dal celebre attore Stefano Accorsi per il suo cortometraggio “Io non ti conosco”.

La vena cantautorale di Filippo sfocia invece nel progetto solista FiL, con il quale realizza il singolo “Così distante”. Tutto questo dopo essersi diplomato alla scuola Enologica di Alba, aver conseguito una laurea al DAMS in Linguaggi Multimediali, aver intrapreso una felice avventura nel mondo della ristorazione a Monforte d’Alba ma, soprattutto, una appagante “carriera” da papà di tre splendidi figli.

L’INTERVISTA

Filippo, iniziamo con un filo di sana polemica: lo scorso mese avete annunciato la vostra intenzione di rinunciare alle finali nazionali di Sanremo Rock, sottolineando la differenza tra chi fa musica come “cultura” e l’Italia dei “concorsi per farsi uno stipendio”…

«Purtroppo anche noi, come tanti gruppi in cerca di visibilità, ci siamo iscritti a questo concorso nazionale senza però leggere quelle piccole postille poste al piede del contratto. Si sarebbe trattato, una volta passate le fasi regionali, di andare una settimana intera a Sanremo, soggiornando nelle strutture convenzionale con loro nonostante avessimo un alloggio a disposizione in paese, ma soprattutto lasciando lavoro e famiglie senza avere nulla di certo. Noi non ci siamo stati, perchè mi pare voler giocare sull’illusione di chi, come me, cerca di farsi conoscere e cerca di portare la propria musica al di fuori dei soliti circuiti».

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Filippo Cavallo premiato da Gazzetta d’Alba sul palco del Radio Alba Festival 2020 (Ph. Alice Ferrero Image)

Nello stesso comunicato puntate il dito contro le “radio inarrivabili” e, indirettamente, sottolineate l’importanza che rivestono per gruppi come il vostro quelle radio locali come Radio Alba che da sempre supportano la musica indipendente…

«Radio Alba e Andrea Chi? Tengono vivo il nostro progetto perché ci stimolano, mantengono viva una realtà che necessita di un po’ di benzina da buttare sul fuoco, l’ospitata in radio, il concertino, l’etichetta indipendente…Sono realtà che danno linfa ad una scena spesso minata da alcuni filibustieri che giocano con gruppi come il nostro»

Quale è il tuo pensiero nei confronti dei talent show?

«Quando sono usciti come molti li avevo giudicati una opportunità. Io stesso ho fatto un percorso a X Factor, ho sostenuto un provino che è andato molto bene ma, probabilmente sono inciampato nel look non troppo accattivante e la cosa non ha più funzionato. Tutto nella società sta andando incontro ad una velocizzazione delle cose, io usufruisco di qualcosa molto rapidamente poi altrettanto rapidamente me ne dimentico. I Talent hanno seguito questa tendenza, quindi ti danno la fiammata di popolarità ma altrettanto velocemente ti spediscono nel dimenticatoio».

Una cosa che emerge dalla vostra musica è una certa delicatezza compositiva ma soprattutto il fatto che non cadete mai nella banalità. Da cosa nascono i vostri pezzi?

«Nascono da grosse fragilità. Solitamente quando c’è una grossa fragilità è li che uno inizia a scavare e a tirare fuori delle cose, quindi arriva un po’ di poesia, arriva tanta intangibilità e arriva anche tanta psicologia psicoenergetica che magari con i brani un po’ più tirati non viene colta, ma nei testi arriva. C’è un pezzo come “Invisibile” che inizia testualmente a utilizzare i verbi in maniera distorta, in modo che la percezione del tempo e dello spazio iniziano a mescolarsi in questa area di scrittura nella quale mi permetto di dire determinate cose e di mettere in gioco le mie fragilità».

In un brano come “L’Amore non è una relazione” avete collaborato con un grande artista del territorio come Gabriele Roberto. Cosa vi ha lasciato questa esperienza?

«Gabriele ci ha permesso di entrare nel mondo della musica professionale. Avere a che fare con lui che ti scrive una partitura e poi ti organizza in streaming a Sofia una registrazione con l’Orchestra Filarmonica è qualcosa di incredibile per noi. A lui ho legato il pensiero di un periodo bello nel quale abbiamo registrato, ci ha aiutato a elaborarlo, mi ha fatto conoscere vari personaggi come Stefano Accorsi che ha scelto il nostro “Libero” per un suo cortometraggio».

Se ti guardi indietro, quale è ad oggi il tuo più grande rimpianto e la tua maggiore soddisfazione?

«La mia più grande soddisfazione è legata al giorno in cui abbiamo registrato “Appena di niente”, uno dei nostri primissimi brani. Lo avevo scritto in camera, alla chitarra, poi una volta registrato e ascoltato per la prima volta in cuffia mi ha dato un’emozione immensa. Il rimpianto? Forse non avere avuto a fianco una persona che avesse la “faccia di latta” che non ho io, quel filibustiere che ti spinge, che porta la tua musica ovunque, che fa realmente di tutto per farla conoscere»

E il futuro che cosa riserverà per i Santarè?

«Tante belle cose, sicuramente. Abbiamo un disco pronto che verrà fatto uscire a tempo debito. Poi abbiamo trovato in Fabrizio Veglia un chitarrista motivato che ha sposato il nostro progetto e che darà una marcia in più al gruppo quando torneremo a suonare dal vivo. Abbiamo poi la fortuna di avere dalla nostra Andrea Bergesio il nostro post producer che ci consente di registrare i nostri brani in un certo modo e di curare il suono anche live, e anche con lui abbiamo la possibilità di far grandi cose per il futuro».

Alice Ferrero

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