ALBA Una corposa variazione in aprile, nell’ordine di circa 800mila euro, per ristrutturare il tetto del complesso della Maddalena e cofinanziare parte del Mudet (il Museo del tartufo), per arrivare al via effettivo dei lavori di realizzazione entro la primavera 2022 e all’apertura in occasione dell’inaugurazione della Fiera del tartufo 2023.
Gli assessori al turismo Emanuele Bolla e ai lavori pubblici Massimo Reggio presentano in commissione il progetto del Museo del tartufo, un’esposizione di 900 metri quadrati nella manica del cortile della Maddalena rivolta verso piazza Falcone, sede fino a pochi anni fa del liceo artistico Pinot Gallizio.
Il progetto ereditato dalla precedente Amministrazione prevedeva un contributo di 1,2 milioni di euro dalla Regione Piemonte e una spesa per le casse comunali di 800mila euro, che lieviterà oltre il milione di euro, a causa dei costi necessari per il rifacimento del tetto (oltre 200mila euro).
Il Museo del tartufo albese, collegato al polo in fase di realizzazione a Montà, diventerà un punto di riferimento per il territorio, specie nei mesi in cui il tartufo non ci sarà. L’idea alla base del progetto è di dare vita a un museo moderno, interattivo, che sappia attrarre i turisti, ma diventare centrale anche per gli albesi, con attività periodiche per la cittadinanza. Il museo racconterà un intero territorio, sviluppando temi legati alla cucina, alla cultura, alle tradizioni, ma anche argomenti di stretta attualità, come la sostenibilità ambientale, mettendo le più moderne tecniche di comunicazione al servizio del tartufo.
Lo studio di fattibilità – curato dall’architetto Antonello Stella, docente dell’Università di Ferrara e vero esperto nella sistemazione di musei all’avanguardia – prevede allestimenti su una superficie complessiva di 900 metri quadrati, con ingresso al piano terra su piazza Falcone e dal cortile della Maddalena; il fulcro del museo sarà al primo piano con il lungo corridoio, anch’esso parte integrante del museo. Nelle sale sarà messa in scena la storia del tartufo tra costume e folklore con aneddoti e testimonianze dei personaggi che hanno scritto la storia di Langhe e Roero e spazio ai protagonisti della cerca: i trifolao e i loro tabui.
Il progettista per lo studio di fattibilità si è avvalso della consulenza della fondazione Museo del tartufo, nata ad hoc con presidente l’ex sindaco di Montà Silvano Valsania e un comitato scientifico di livello altissimo con Paola Bonfante, responsabile del Centro di studi di micologia sul campo del Cnr, Piercarlo Grimaldi, già rettore dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, Antonio Degiacomi, presidente del Centro studi per il tartufo, e Silvano Montaldo, professore ordinario di storia contemporanea all’Università degli studi di Torino.
Nel dibattito sono intervenuti alcuni consiglieri, a partire dal presidente della commissione Alberto Gatto, in quota al Pd: «La progettazione del museo è partita con la precedente Amministrazione e pensiamo che quest’opera possa diventare strategica per la nostra città: grazie a questo polo sarà possibile, finalmente, parlare di tartufo tutto l’anno. Spiace che l’Amministrazione abbia tergiversato e perso oltre un anno; finalmente ora è stata fatta chiarezza ed è stata abbandonata l’idea senza logica di realizzare il museo in sala Riolfo. Rimane tantissimo lavoro da fare e per questo ho esortato la Giunta a velocizzare i tempi. Spiace comunque appurare che sia stata completamente dimenticata la galleria della Maddalena, dove la precedente Amministrazione aveva pensato a un’importante valorizzazione».
Marcello Pasquero