Più di ottantamila emendamenti contro la nuova legge sul gioco patologico

Gioco d’azzardo: dalle opposizioni già pronti 50mila emendamenti

LUDOPATIE  Gli emendamenti depositati dalla minoranza contro il  testo della nuova legge sul contrasto alle ludopatie (il Ddl 144) hanno raggiunto quota 85 mila, dopo poco tempo dall’apertura della discussione in Consiglio regionale nella giornata di ieri (martedì 22 giugno): il provvedimento, è stato presentato dalla Lega e dalla Giunta di Alberto Cirio, per sostituire la norma, oggi in vigore, approvata nel 2016. La commissione, incaricata di visionare la bozza, aveva concluso i lavori nella giornata di giovedì 17 giugno, con le ultime udienze: per la Procura di Torino era stato ascoltato il magistrato Cesare Parodi.

Il giudice ha spiegato come sia difficile «intervenire sull’argomento in questo momento storico, conciliando salute e interesse economico». E ha aggiunto: «Nel testo le due esigenze sono tutelate, l’inasprimento della repressione avrebbe effetti molto limitati, perché convoglierebbe persone e flussi sulle piattaforme di gioco on-line. Si può fare di più per salvaguardare i giovani e verificare in modo più preciso le ricadute illegali della ludopatia: molti giocatori si rivolgono, per i prestiti, a usurai “di quartiere”, figure non sempre legate alla criminalità. L’esperienza delle vittime può aiutare a comprendere meglio queste dinamiche».

Il comandante della Guardia di finanza di Torino, generale Luigi Vinciguerra, ha illustrato i dati degli interventi svolti: «Il volume del gioco d’azzardo, nel 2019, è stato di 4,5 miliardi di euro. Nel settore operano 2.700 soggetti: 1.340 sono esercenti con slot machines hanno apparecchi del tipo videolottery dispositivi da intrattenimento e 537 centri scommesse. Sono stati chiusi, inoltre, 15 centri clandestini, redatti 800 verbali e sequestrati 940 apparecchi».

Federica Devietti Goggia è stata sentita in qualità di coordinatrice del servizio di lotta alle dipendenze dell’azienda sanitaria Torino 3: «Dal 2016 al 2019 c’è stata una riduzione del 20,6 per cento nel numero di utenti affetti da ludopatie. Il 60 per cento degli intervistati dichiara di avere ridotto il volume di gioco, in seguito alle restrizioni introdotte dal 2016, limitazioni che il 72 per cento condivide. Le stime sul denaro speso nel gioco d’azzardo sono passate dal 41,9 per cento del 2017 al 32,8 del 2018».

Vittorio Ferrero, direttore di Ires Piemonte si è espresso apertamente contro la modifica della legge: «Le restrizioni sulle slot machineshanno ridotto del 19,1 per cento gli indicatori sulle perdite rispetto alla media nazionale, nel triennio 2016-19. Nello stesso lasso di tempo non si sono avuti incrementi evidenti nel gioco on-line, mentre sull’occupazione le fonti indicano un calo di 12 unità di personale nel 2016, 38 nel 2017; dal 2018 la tendenza si è invertita con l’assunzione di un addetto in più, tre nel 2019. Le tabaccherie, per contro, hanno messo a contratto 41 nuovi lavoranti nel 2016, 35 nel 2017, 53 nel 2018 e 26 nell’ultimo anno dei rilevamenti».

Contrarietà al disegno hanno esternato anche la Caritas, la Società italiana tossicodipendenze e le fondazioni antiusura. Al coro dei no si è unito anche il Consiglio delle autonomie locali denunciando il ridimensionamento del ruolo dei Comuni, in materia di emissione di ordinanze su luoghi sensibili e orari di apertura degli esercizi, e contestando gli stanziamenti inadeguati di fondi, a sostegno dei servizi sociali degli enti locali, impegnati contro le ludopatie.

Unico parere discordante è venuto dalla Confederazione nazionale degli artigiani. Il ricercatore Daniele Nicolai ha messo in relazione la ridotta attività delle slot machines con «una contrazione del gettito fiscale. Stimiamo una perdita annua, per l’erario piemontese di 163 milioni di euro, 200 con il mancato prelievo sul fatturato delle aziende. Sono 1.700, inoltre, gli addetti in meno nel settore del gioco».
Marcello Pasquero

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