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Premio Lattes Grinzane, i finalisti si presentano alla stampa

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ALBA Sono cinque i romanzi approdati alla finale dell’XI Premio Lattes Grinzane, tra i quali il vincitore sarà svelato domani durante la cerimonia del 2 ottobre al Teatro sociale Busca di Alba. Richard Russo, Kader Abdolah, Bernardine Evaristo, Maylis de Kerangal e Nicola Lagioia gli scrittori che sono stati selezionati dalla Giuria Tecnica composta da intellettuali, docenti e critici e che sono stati affidati al giudizio di 400 studenti delle Giurie Scolastiche, avviate in 25 scuole superiori, da Bolzano a Trapani (passando per Torino, Alba, Bologna, Macerata, Matera, ecc.), fino a Madrid. Sempre domani, alle 10,30, incontreranno gli studenti delle scuole del territorio cuneese al Castello di Grinzane Cavour.

Sono in corso le conferenze stampa con i singoli autori.

Premio Lattes Grinzane, oggi i finalisti si presentano alla stampa 

Richard Russo, vincitore del Premio Pulitzer nel 2002 (Usa), presenta Le conseguenze (Neri Pozza), un romanzo dai toni noir, in cui la Grande storia (la guerra in Vietnam) si mescola alle piccole storie: emergono racconti di amicizia, amore, rapporti familiari e nostalgia attraverso l’incontro di tre amici ultrasessantenni che, dopo quarant’anni dall’improvvisa scomparsa della ragazza erano tutti innamorati, si ritrovano interrogandosi su ciò che sono diventati, in un crescendo di sospetti.

Russo,  nel suo romanzo la storia fa capolino con la lotteria per il reclutamento alla guerra in Vietnam, che peso hanno per uno scrittore contemporaneo grandi eventi storici come questo?

«Non mi ritengo uno storiografo, non ho dovuto fare ricerche perché quando ci fu la prima lotteria ero presente, non nella East cost come i protagonisti, ma in Arizona. I ragazzi che credono di essere sulla stessa barca scoprono da questo evento il peso della loro individualità e che ognuno di loro ha un proprio destino».

Quanto c’è di costruito e quanto è preso dalla sua vita nei tre ragazzi al centro del romanzo Le conseguenze?

«Rispetto ai romanzi precedenti qualcosa di nuovo l’ho inserito: ho sempre messo una parte biografica nei miei testi, spesso ho parlato del rapporto con mio padre. Qui mi sono diviso in tre parti: Lincoln rappresenta le volte in cui avrei voluto rischiare ma ho scelto cose più sicure, Ted invece è l’impulso artistico che da insegnante mi ha fatto diventare scrittore. Mickey è invece il più lontano da me, ma anche quello per cui provo più affetto: rappresenta l’aspetto dirompente, un po’ come quando ascolto Bruce Springsteen e mi viene voglia d’imbracciare la chitarra e suonare un po’ di rock n roll».


Il sentiero delle babbucce gialle (Iperborea) è invece ispirato alla vita di Said Sultanpur, poeta di spicco della rivoluzione iraniana, giustiziato nel 1981. Si tratta di un romanzo di formazione che fonde la realtà del mito e della fiaba orientale con la storia della rivoluzione islamica del 1979 dopo il crollo del regime dello scià Reza Pahlavi attraverso lo sguardo trasognato del protagonista. Il suo autore, Kader Abdolah, nato ad Arak nel 1954, è da anni rifugiato politico nei Paesi Bassi ed ha vinto il Premio Grinzane Cavour nel 2009.

Kader Abdolah, nel suo libro il protagonista scrive la storia della sua vita in olandese ed è un rifigiato politico proprio come lei. Scrivere in un’altra lingua è per lei un fatto di libertà?

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Kader Abdolah, in videoconferenza per il premio Lattes Grinzane

«È proprio la libertà dietro a tutto ciò, non avevo mai scritto prima di arrivare in Olanda poi pian piano ho trovato la magia di esprimermi in questa lingua. Uso l’immagine dell’astronauta che fluttua nello spazio a destra e a sinistra per spiegare la sensazione che ho provato. Improvvisamente sono venuti meno freni culturali e politici e mi sono finalmente sentito libero».

Le donne che vengono fuori nel suo libro sono un grande esempio di emancipazione, ad esempio Akram Jun che insegna a giovani ragazze iraniane l’inglese. Nonostante lei sia lontando dal suo paese, che situazione c’è in Iran per quanto riguarda le donne?

«Non perché sono le donne del mio paese, ma posso affermare che sono tra le più forti del pianeta. In Iran c’è un regime molto simile a quello dei talebani in Afghanistan, ma qui le donne hanno saputo opporsi al potere degli ayatollah ed usano la bellezza in modo utile a contrastare le imposizioni del regime. Sono davvero grandiose e le adoro tutte per la loro tenacia e per il loro coraggio».


Maylis de Kerangal,autrice francese di successo (vincitrice del Prix Médicis nel 2010), in Un mondo a portata di mano (Feltrinelli) racconta una storia di formazione ambientata nel mondo del trompe-l’œil, seguendo una giovane protagonista alla ricerca di sé, attraverso l’immersione nell’intimità dell’arte, l’apprendimento rigoroso, i ritmi di lavorazione serrati, il grande coinvolgimento fisico nella pittura, come momenti di crescita e maturazione.


Al confine tra reportage giornalistico e romanzo, La città dei vivi (Einaudi) di Nicola Lagioia, ricostruisce il delitto commesso da Manuel Foffo e Marco Prato nel marzo 2016, quando torturarono e uccisero il giovane Luca Varani. Interrogando le ragioni di ciascuno senza moralismo né compiacimento per l’eccesso, l’autore, già vincitore del Premio Strega nel 2015 e direttore del Salone del Libro di Torino, fa emergere da una tragedia privata un tempo fatto di aspettative tradite, confusione sessuale, difficoltà nel diventare adulti, disuguaglianze, smarrimento.


La quinta autrice selezionata è Bernardine Evaristo, vincitrice del Premio Booker Prize nel 2019 (Uk). Nel romanzo corale Ragazza, donna, altro (Sur)  rilegge un secolo di storia inglese e traccia un ritratto dell’Inghilterra multiculturale attraverso le storie sentimentali e professionali di donne etero e gay, nere e di sangue misto, giovani e anziane, impiegate nella finanza o in un’impresa di pulizie, artiste o insegnanti, matriarche di campagna o attiviste transgender.

Lorenzo Germano e Francesca Pinaffo

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