Ascoltare insieme il Dio che parla è una festa

PENSIERO PER DOMENICA – TERZA TEMPO ORDINARIO – 23 GENNAIO

Le letture della terza domenica del Tempo ordinario, domenica della Parola, ci invitano a porre l’attenzione sulla lettura comunitaria e liturgica della Bibbia. La prima lettura (Ne 8,2-10) ha per sfondo Gerusalemme in fase di ricostruzione dopo il ritorno dall’esilio; il Vangelo (Lc 1,14-21) la sinagoga di Nazareth. Al centro delle due scene c’è la Parola, letta dal sacerdote Esdra o da un lettore d’eccezione, Gesù. Il metodo è lo stesso: 1. Leggere la Bibbia, a brani distinti, 2. Spiegazione del senso, per ricostruire cosa voleva dire, nel suo tempo, il redattore del testo; 3. Comprendere, ossia cercare di capire cosa vuole dire a noi oggi.

Ascoltare insieme il Dio che parla è una festa
Gesù predica nella sinagoga, da una miniatura inglese del secolo XIV. Londra, British Museum.

Il commento di Gesù è l’omelia più breve della storia: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltata»! La Parola, in lui, è diventata vita. Oggi la Parola di Dio ha cambiato o può cambiare la nostra vita? La Bibbia è per noi liberazione, lieto annuncio, aiuto a capire, stimolo a lottare per la giustizia? Solo se si realizzerà un po’ di questo, la Bibbia sarà fonte di gioia, secondo l’augurio di Neemia: «La gioia del Signore è la vostra forza». Questo a livello personale, ma il confronto con la Scrittura può incidere anche nella vita comunitaria.

La lettura-meditazione della Scrittura rafforza la comunità. In tutte le religioni ci sono forme di celebrazione comunitaria. La Scrittura rafforza la comunità come luogo in cui cercare insieme. «Non si può essere felici da soli»: l’affermazione di Aristotele è la sintesi della festa della Parola promossa da Neemia. L’ascolto della Parola, in un giorno di festa, dà forza al sentimento comunitario. La festa continua, con «carni grasse e vini dolci», con l’attenzione per chi «non ha nulla di preparato», nella consapevolezza che «la gioia del Signore è la vostra forza» per costruire fraternità. Noi, da decenni, abbiamo rinunciato alla misteriosa energia sprigionata da una comunità. L’egoismo, diventato la leva dei nostri comportamenti, ci sta portando al fallimento. Dobbiamo ricostruire comunità, sulle fondamenta della Parola.

La Parola non è una formula magica. Il Vangelo mette in guardia chi commenta la Scrittura. La reazione degli abitanti di Nazareth non fu entusiasta: almeno quella volta neanche Gesù è riuscito a convertire i cuori con una predica! Più positiva e incoraggiante la reazione degli Israeliti alle parole di Esdra e Neemia: lacrime di conversione, seguite dalla festa. Una festa che ricorda il saluto abituale di papa Francesco, dopo l’angelus della domenica: «Buona domenica e buon pranzo»!

Lidia e Battista Galvagno

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