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Abitare il piemontese: la parola della settimana è mainé

Dirigere, condurre, portare, guidare, trasportare.

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 3

ABITARE IL PIEMONTESE Sapete quando si dice menare il can per l’aia? È italiano, sì, ma il verbo portante è importante: menare, in questa accezione, non significa picchiare, bensì condurre, portare. Il modo di dire italiano sta a significare perder tempo, esattamente come condurre il cane in un cortile. La parola piemontese di questa settimana è mainé. Verbo transitivo, è spesso associato a uno spostamento fisico; mainé significa condurre. Qualche esempio: maina tò pàȓe aȓ meȓcà! (porta tuo padre al mercato), ët maini già ȓ’amotu? (guidi già la moto?) o ȓ’han mainame fin-a Tirin (mi hanno portato fino a Torino).

Il fatto è che il verbo mainé, viene originariamente utilizzato in senso figurato. Quel condurre, dirigere e guidare non sono intesi in maniera fisica: slì o maina ȓa dischission (quel tale conduce la discussione), mentre quando qualcuno la tira per le lunghe, si dice mnera longa. Una declinazione del verbo di oggi, è anche presente nella toponomastica e nell’onomastica piemontese con il cognome o le frazioni/borgate Maina. Il verbo mainé, seppur non ne derivi direttamente, ricorda il francese ménage (cura delle faccende domestiche), dal latino mansionem (casa). Un secondo significato riconduce al francoprovenzale menazer, il grembiule indossato per non sporcarsi durante i lavori, espressione derivante a sua volta dal mesnage (utensile domestico).

Viene così suffragata l’accezione di mainé che significa anzitutto dirigere, abbreviazione del pur sempre piemontese mainagé (amministrare, governare, maneggiare); la parola ricorda anche l’espressione anglofona manager, ovvero colui che deve a tutti gli effetti dirigere un’azienda nel miglior operato. Mneje dur, nel gergo aziendalistico, significa essere rigidi e inflessibili con i dipendenti o i sottoposti. Sarà per questo che hanno inventato quel detto popolare che condensa insegnamento tratto dall’esperienza: vanta passé dnans ai cavàj, dré dai canon, lontan dai padȓon (bisogna passare davanti ai cavalli, dietro ai cannoni e lontano dai padroni).

Paolo Tibaldi

 

 

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