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L’Albese si confronta tra i fautori del cambiamento e i conservatori (INCHIESTA)

Alba: modifiche temporanee alla viabilità 2

LA MIA CITTÀ Le persone sviluppano spesso sentimenti contrastanti verso il sistema a cui appartengono: la maggioranza dei pensieri però rimane coperta dalle apparenze, nascosta sotto il velo del quotidiano. Per questo abbiamo realizzato un questionario on-line capace di comprendere ciò che in genere rimane occultato ai primi approcci. Hanno risposto in pochi giorni oltre 200 persone, un campione esaustivo dell’area, fornendo un’immagine antropologica dell’Albese con le sue molteplici risorse, i malfunzionamenti, le bellezze e pure i guasti.

Recitava la prima domanda proposta sul sito gazzettadalba.it: «Alba e il territorio circostante assumono connotati specifici: forte orientamento verso il turismo, il commercio, l’agricoltura e predisposizione al lavoro e alla crescita economica. Quanto ti senti rispecchiato, accolto e valorizzato in questa organizzazione della vita sociale?». Il 60% circa degli intervistati attribuisce a questa domanda un punteggio tra 7 e 10, mentre il restante 40 si posiziona tra 1 e 6: si percepisce dunque una divisione tra i molti che sentono la situazione coincidere con la propria soggettività e chi invece la definisce lontana, estranea, differente. Di per sé la situazione potrebbe essere un indice di buona salute sociale: più di metà degli intervistati risulta conformista (in positivo) rispetto all’esistente, l’altra metà ne avverte i lati negativi. Tuttavia, è proprio quest’ultima parte dell’insieme a segnalare il seme potenziale del cambiamento, visto che solo la chiara definizione di una mancanza può produrre la trasformazione.

Ma quali sarebbero le carenze dell’Albese? Secondo il 40% dei partecipanti al nostro sondaggio «l’arte e la cultura»: mancherebbero spettacoli, opportunità espressive, strutture, aggregazioni per favorire la creatività. Secondo il 31%, invece, è la dimensione dell’intrattenimento (discoteche, concerti, eventi) quella più deficitaria, mentre circa il 20% pensa sia sacrificato il settore scientifico, in un panorama dominato dalle variabili commerciali, agricole e occupazionali. Anche il digitale e lo sport vengono percepiti come assi “poveri” del territorio, bisognosi d’investimento. Infine, per una persona su quattro (il 25%) il territorio è cambiato in modo eccessivo, mentre per un altro 25% – esattamente la medesima proporzione – è cambiato troppo poco.

Preoccupa la situazione dell’ambiente

Un altro punto cruciale del questionario digitale ha riguardato l’ambiente, il cui stato di salute risulta prioritario per la maggioranza degli intervistati. Secondo i lettori, nell’Albese i problemi riguardano i fiumi (61%), l’aumento delle temperature (52%), il traffico veicolare (42%), il disboscamento e il consumo di suolo (26,7%), i rifiuti abbandonati (26,2%), la monocoltura intensiva di vite e nocciolo che soffoca la biodiversità (25%) e l’inquinamento (25%).

Giovani e anziani, tra integrazione ed emarginazione

Giovani e anziani: le nuove generazioni e quelle mature sono l’anima di un sistema sociale, perché le prime rappresentano la vita che si rinnova e le seconde esperienza e saggezza.

I nostri lettori si dividono anche in questo caso: secondo la metà circa dei lettori intervistati on-line da gazzettadalba.it, nell’Albese i giovani hanno spazio sufficiente e gli anziani sono inclusi nella società in modo adeguato. Secondo l’altro 50% i ragazzi hanno poche opportunità e gli anziani sono emarginati.

Come si possono leggere e interpretare questi dati? Le riflessioni possono essere molteplici. In primo luogo la percezione della vita può essere molto differente a seconda della classe sociale di appartenenza (chi dispone di maggiori risorse economiche è meno escluso dalla società e si sente più a suo agio), dalle innumerevoli variabili psicologiche e dal patrimonio relazionale di cui ogni persona dispone. Per esempio, chi ha accumulato maggiori conoscenze ha anche più probabilità di essere integrato o di “farcela” bene nella vita, a differenza di chi è poco istruito. Il sondaggio sembra tuttavia custodire un insegnamento valido per qualsiasi società: per costruire un sistema che funzioni dovrebbero diminuire le disuguaglianze e ogni individuo – anche quanti nemmeno pensano di rispondere a un questionario on-line – dovrebbe percepirsi integrato, accolto e valorizzato dalla comunità.

Per molti lettori serve una città più green, con energie dedicate non soltanto al comparto enogastronomico, ma è questo che garantisce la solidità sociale

«Alba e il territorio limitrofo sono cambiati “troppo” negli ultimi anni?», abbiamo chiesto nel questionario proposto on-line a cui hanno risposto oltre 200 lettori.

Ha detto uno di loro: «Alba è diventata meta di un turismo elitario, riservato a pochi. Il costo della vita è aumentato». Un altro: «Si sono persi i piccoli negozi in favore di catene e di grandi distributori che si trovano ovunque nel mondo. Le piazze sono piene di bar che invadono ogni spazio. L’ospedale è distante. In compenso, la biblioteca civica è in un’ottima posizione, ma avrebbe necessità di una ristrutturazione (ma rimanendo dov’è, lasciateci almeno questo servizio!)». Gli interventi dei nostri lettori proseguono, restituendo l’idea di un territorio che può ancora migliorare e cambiare in meglio: «Spesso mi sento forestiero in una città in cui vivo da quando sono nato, quasi cinquant’anni fa… Ci sono solo più locali turistici con prezzi senza senso».

La preoccupazione – che ricorre con forza – sembra combaciare con uno stile relazionale specifico, un tratto caratteriale e culturale della comunità piemontese e in particolare albese, che consente lo spirito critico, senza dare per scontato l’esistente.

L’Albese si confronta tra i fautori del cambiamento e i conservatori (INCHIESTA) 1
Quanto è cambiata la città di Alba?

Nelle risposte al questionario non mancano tuttavia le voci molto positive: «L’area ha saputo stare al passo con i tempi, adottando anche alcune, decisive misure per cercare di ovviare ai problemi ambientali: per esempio, il pulmino ecologico che si muove per la città». E ancora: «Abbiamo eventi artistici di rilievo nazionale e internazionale, viabilità potenziata e migliorata, maggiore coesione con i paesi della bassa e dell’alta Langa», dipinge un lettore. E un altro: «La presenza di ingenti risorse economiche consente maggiore uguaglianza sociale, procura finanziamenti al terzo settore, alle associazioni, al volontariato e a chi si occupa delle categorie deboli».

Eppure, la voce che ricorre con maggiore frequenza è quella legata all’eccesso d’importanza attribuita a un solo comparto a discapito di tutti gli altri: «Assistiamo a una crescita esponenziale del turismo enogastronomico».

Un fatto che a sua volta può portare a drammi umani e ambientali, come conclude un lettore: «Mi auguro vengano attivati interventi a livello sociale per limitare lo sfruttamento in agricoltura e l’arricchimento di pochi».

Infine, ci sono anche voci propositive: «Creiamo nuovi parchi con alberi, prati, fontanelle, giochi per bambini e stradine. Basta consumo di suolo per le nuove costruzioni! Anzi, sistemiamo l’esistente, altrimenti ci ritroveremo sommersi da cemento e asfalto». E ancora: «Va rivoluzionata la mobilità green; occorre perseguire una vera trasformazione ambientale che azzeri il consumo di suolo, promuova la biodiversità ed elimini la chimica nei vigneti. Va inoltre ridotto il divario sociale e favorita l’integrazione. Occorre spingere il turismo verde e slow».

Si tratta in realtà di temi che vengono spesso affrontati dal dibattito pubblico (e dal nostro giornale), anche se non sono ancora risolti, ma il fatto che vengano così nettamente percepiti dalla cittadinanza equivale per certo a un campanello che dovrebbe suonare nella mente di chi si occupa di gestire la cosa pubblica.

Sindaci: il 61,5% assicura che meritano tra 6 e dieci

L’Albese si confronta tra i fautori del cambiamento e i conservatori (INCHIESTA)
Da uno a 10 quale voto daresti alle Amministrazioni albesi negli ultimi dieci anni?

Alla domanda «che voto daresti alle Amministrazioni di Alba e dei paesi limitrofi negli ultimi dieci anni?» il 61,5 per cento di chi ha risposto al questionario di Gazzetta d’Alba digitale attribuisce un voto compreso tra 6 e 10.

Interessante chiedere ai lettori come immaginano il territorio e la comunità di Langhe e Roero nei prossimi 20 anni. «Vorrei diventasse un polo universitario», dice uno. E un altro: «Mi piacerebbe più cura della città (di Alba). Offrire più eventi agli albesi. Non sprecare tanto denaro per rifare sempre le stesse manifestazioni, ma immaginare qualcosa di nuovo».

Un terzo riporta alla questione ambientale: «Avremo gravi problemi legati alle monocolture (vite e nocciolo) dovuti all’uso di prodotti di varia natura». Ricorre poi la necessità di individuare «più spazi di aggregazione culturale e divertimento per i giovani», intesa come presenza di discoteche, luoghi di aggregazione permanenti dedicati anche all’organizzazione di concerti o eventi culturali. Molti, per esempio, si rispecchiano nel pensiero secondo cui «la cultura e l’arte di certo non mancano ma si tratta nella maggioranza dei casi di eventi occasionali, saltuari, come Collisioni. Servono invece luoghi stabili e fissi con una precisa identità, che possono funzionare da punto di ritrovo e contenitore sia per le nuove che per le vecchie generazioni. Altrimenti c’è troppa dispersione, le persone non possono far altro che consumare vino ai tavolini di un bar o sperare che, nel giorno in cui si ha voglia di uscire e stare con gli altri, ci sia qualcosa da fare».

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