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Terre del Barolo avvia l’innovazione digitale

Terre del Barolo avvia l’innovazione digitale
Stefano Pesci e Martina Tarditi illustrano la nuova applicazione.

INNOVAZIONE Terre del Barolo ha adottato un nuovo strumento digitale di geolocalizzazione dei vigneti dei soci collegato a un database: «È nato in Francia, dove viene utilizzato da tempo, per la gestione delle attività agronomiche e altri adempimenti, come il quaderno di campagna. Qui in Italia è un’assoluta novità», spiega il direttore Stefano Pesci. L’applicazione Geofolia, sviluppata da Isagri, è gestita dalla sede in località Uccellaccio e interagisce con i telefoni degli agronomi della cooperativa e dei conferitori. Unisce in un colpo d’occhio la carta topografica e catastale degli undici Comuni, le fotografie aeree e i dati relativi ai vigneti. Questi ultimi sono posti in evidenza con colori diversi a seconda dei vari progetti (Arnaldo Rivera, Biologico e così via, ognuno con il suo protocollo) ai quali la particella è dedicata: con un click è immediatamente disponibile la storia di quella determinata vigna, dai dati di superficie, alle operazioni colturali, ai trattamenti con fitosanitari eccetera. E lavorando sul campo l’esperto di Terre del Barolo registra con il telefono, in tempo reale, gli interventi da fare avendo a disposizione il pregresso.

«Ora abbiamo la possibilità di interagire in maniera agile con viticoltori e tecnici», dice l’agronoma Martina Tarditi. Una possibilità importante per la realtà guidata da Paolo Boffa, che conta trecento soci per un totale di oltre tremila particelle dislocate in undici Comuni, che fino a poco tempo fa doveva affidarsi a bollette su carta e Sms, mentre i dati erano registrati su computer in un secondo momento: per usare termini di moda, si tratta di un ulteriore salto nella viticoltura 4.0.

«In tema di sostenibilità, la nuova applicazione ci permetterà interventi mirati e basati sulla “storia” di ogni singola vigna, completando la conoscenza che abbiamo di essa, e di fare un’analisi dei dati. L’obiettivo è lavorare in un’ottica più puntuale e mirata, riducendo l’impiego di fitofarmaci e avvicinandoci di più al biologico là dove già non è adottato; avere maggiore efficienza e tempismo, per esempio, in operazioni di estirpo e reimpianto». La cooperativa Terre del Barolo è disposta, secondo Pesci, «a condividere questo strumento con altre realtà del territorio».

Il 3 e 4 settembre la cooperativa di Castiglione Falletto tornerà alla tradizione interrotta dal Covid-19, la festa dei soci, con l’inaugurazione della nuova sede, mentre la bottaia da 3.500 metri quadrati è in funzione da tempo. «Sarà tutto operativo a breve: l’enoteca, le sale degustazione con annessa cucina. Per noi è un cambio di paradigma, saremo in grado di accogliere pubblici diversi in occasione di differenti manifestazioni, anche culturali», afferma Stefano Pesci.

Ai soci saranno presentati «numeri ancora migliori, al 31 agosto, rispetto a quelli da record dell’annata precedente. Allo stesso tempo restiamo con i piedi per terra: la guerra in Ucraina l’aumento indiscriminato dei prezzi stanno frenando l’euforia che si era registrata con la fine della pandemia. Continuiamo a portare la nostra realtà anche con varietà meno note, come la Freisa, guardando a mercati che magari non apprezzano così tanto il tannino».

 Paolo Rastelli

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