Ultime notizie

Grilli e lumache: i cibi del futuro

Grilli e lumache: i cibi del futuro

ALIMENTAZIONE Cosa mangeremo tra 50 anni: la domanda, titolo dell’ultimo incontro del festival albese dedicato all’economia circolare e alla transizione ecologica, ha spalancato nelle scorse settimane scenari nuovi per il mondo agricolo e alimentare. Il clima surriscaldato e l’azione invasiva umana potrebbero alterare gli ecosistemi in misura tale da indurre macroscopici cambiamenti nel modo di gestire la nostra alimentazione quotidiana. Sergio Capaldo, presidente del consorzio allevatori La Granda e responsabile qualità carni del gruppo Eataly, ha spiegato che «i sistemi di monocoltura stanno distruggendo il suolo e alterando il cibo che ingeriamo. Dobbiamo puntare sulla qualità perché siamo quello che mangiamo».

Secondo lo studioso, dunque, non è troppo tardi per arrestare il declino ecologico avviato, ma è necessario procedere con radicali mutamenti nei consumi e nelle abitudini alimentari. Intanto c’è chi guarda al futuro come a una dimensione differente dall’oggi e pianifica nuove strategie gastronomiche.

A Circonomia è intervenuta anche Carlotta Totaro Fila, fondatrice di Alia insect farm: la prima azienda nata in Italia per produrre insetti destinati all’alimentazione umana. Ha spiegato l’imprenditrice: «La nostra start up è innovativa e si basa sull’allevamento dei grilli, comunemente definiti novel food. L’Unione europea ha già autorizzato questi alimenti per il consumo umano, ma la commercializzazione nell’Area continentale di libero scambio (Efta) deve essere valutata caso per caso: noi dobbiamo ancora ottenerla». Dai grilli, infatti, si può produrre «una farina adatta a integrare, in percentuale, le farine tradizionali, già presenti sul mercato e nella nostra alimentazione, per la preparazione di pasta, pane o dolciumi, fornendo un maggior apporto proteico e offrendo un’alternativa importante al consumatore».

Se i grilli appartengono a un futuro ancora lontano, altre specie animali s’intrecciano con forza alla tradizione alimentare locale: fra questi le lumache. Durante l’incontro di Circonomia il direttore dell’Istituto internazionale di elicicoltura, Simone Sampò, ha raccontato: «Quest’anno abbiamo creato una nuova forma di allevamento breve, con apposite sale parto dedicate all’ingrasso delle chiocciole. Innovazione, ricerca e digitalizzazione ci consentono di ottimizzare l’attività e la gestione idrica: oggi abbiamo una filiera certificata, oltre 800 allevatori in tutto il mondo e un prodotto di qualità sempre più versatile e che stimola la fantasia degli chef. La chiocciola, oggi, viene utilizzata anche per hamburger o arancini. Numerosi cuochi stellati, anche dalla Francia, scelgono il nostro prodotto».

È ancora presto per capire se queste nicchie alimentari potranno, un giorno, diventare dominanti, ma il mercato muove i primi passi verso direzioni sperimentali, per fronteggiare un avvenire ecologico sempre più complesso.  

Roberto Aria

Banner Gazzetta d'Alba