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Mille piccole creatività al museo San Paolo (FOTOGALLERY)

Mille piccole creatività al museo San Paolo (FOTOGALLERY)
FOTO SERVIZIO © MARCATO

SOLIDARIETÀ È stata inaugurata giovedì scorso l’esposizione “Mille piccole creatività” organizzata dal museo San Paolo di Alba, con la presenza dell’assessora al volontariato Elisa Boschiazzo e di Prisca Ojok Auma, attivista ugandese che da oltre vent’anni si batte per aiutare il proprio Paese. In mostra sono presenti tanti giocattoli costruiti dai bambini delle missioni nei Paesi del Terzo mondo.

Gli oggetti, racconta Prisca, nascono dalla «tradizione dell’Uganda di donare ciò che hai, a partire da galline e capretti». Lì, i bambini, sono abituati a riciclare materiali di scarto per dare loro nuova vita e regalarli ad amici e ospiti: «I giocattoli vengono costruiti con fango, ferro, stoffe: oggi la raccolta differenziata è un tema mondiale ma in Africa siamo abituati a farla da sempre».

Molti di questi ragazzi non vanno a scuola, non sanno né leggere né scrivere e vivono all’interno di bidonville, perciò questo tipo di attività diventano fondamentali per la loro crescita, come spiega Prisca: «Sviluppano l’intelligenza sotto forma di gioco. Le macchinine mostrano futuri meccanici, così come le bambole sono l’occasione per le bambine di sperimentare con la moda. Imparano con il linguaggio praticante e la condivisione totale». Arrivata a Bassano come profuga vent’anni fa a causa della guerra voluta da Joseph Kony, Prisca ha sempre aiutato il suo popolo con iniziative come il Child protection con la Cooperazione italiana. Tanti albesi l’hanno sostenuta negli anni, tra i quali un ricordo particolare va a Severino, Flavio, Luciano, Loredana e Domenica (che ha donato un pozzo a Kalongo, in Uganda).

Sarà possibile visitare la mostra martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12 e al pomeriggio dalle 16 alle 18, fino a venerdì 28 ottobre. Per visite guidate, occorre prenotarsi telefonando al 350-038.39.06 (Clemente Ferrari). Eventuali offerte saranno usate per aiutare gli abitanti di Kalongo.

 Lorenzo Germano

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